martedì 24 maggio 2011

Lontano da dove? Europiccola


Lontano da dove?  L'esilio non è altro che assenza e può assumere molte forme alcuni sostengono che l'esilio ci viene instillato quando veniamo svezzati dal seno materno; altri affermano che che si forma la prima volta che ci viene detto di lasciare la tavola di famiglia, oppure quando veniamo lasciati.  Esilio ?
Il 29 dicembre 1904 una figura femminile solitaria minuta, se ne sta seduta su di una panchina di fronte alla stazione ferroviaria della Sudbahn, ai piedi dell'obelisco della dedizione della città all'Austria, raffigurante una Trieste allegorica, il capo levato in espressione di gratitudine che emerge da un cumulo di rovine romane. L'obelisco è stato rimosso da un pezzo, ma il monumento all'imperatrice Sissi è tornato al giardinetto di fronte alla stazione.
Vediamo lì questa figura minuta di donna in attesa una ora dopo l'altra: porta il berretto di panno, un logoro vestito da viaggio, ha disposto intorno a se, sul selciato, bagagli e fagotti. Di quando in quando volge lo sguardo all'orologio della stazione poi scruta ansiosa la via che conduce al centro della città.
Ed eccolo finalmente arriva l'uomo che aspettava. Alto allampanato occhialuto, con un abito di tweed abbottonato e un cappello di paglia, l'alito liquoroso: ecco che arriva James Joyce, a consolare la sua giovane compagna in apprensione, Nora Barnacle, che balza in piedi stringe il berretto fra le mani e gli corre incontro in lacrime.
Naturalmente provava sollievo a rivederlo: lui però non le rese certo vita facile negli anni che passarono a Trieste. Joyce aveva lasciato così a lungo presso la stazione ferroviaria quel giorno perché appena arrivato, era subito riuscito a mettersi nei guai. Era andato a cercare un posto dove pernottare, ma poi si era unito a una brigata di marinai ubriachi e la polizia l'aveva arrestato. C'era voluto il riluttante intervento del console britannico per farlo uscire di prigione e la povera Nora avrebbe benissimo pensare che quello era un brutto presagio. Sono molte le vie che ricordano a Trieste il loro passaggio, perennemente in bolletta.
Ricostruire i loro spostamenti durante il periodo che trascorsero in città non è certo una impresa da poco. Joyce sbarcava il lunario impartendo lezioni di Inglese, in parte alla berlitz, in parte privatamente : ma il suo rapporto con i soldi era senza speranza, dato l'assillo dei debiti e le frequenti grane coi padroni di casa, sono molte le vie che ricordano il passaggio della coppia, da un tugurio all'altro, prima da soli poi con un bambino, poi con Stanislsaus, fratello di Joyce, poi con la seconda figlia, poi con la sorella di lui, Eva e i suoi due bambini, infine con l'altra sorella Eileen, sempre stretti e di malumore.
A un certo punto si diedero per vinti e partirono per Roma, dove rimasero qualche mese.
Joyce aveva il genio per compagno, qui scrisse Dedalus, ritratto dell'artista da giovane, buona parte di gente di Dublino, e concepì L'Ulisse. Trieste gli piaceva l'aveva soprannominata Europiccola. Passava lunghe ora a passeggio, specialmente nella chiesa greco-ortodossa di San Nicolò,c'erano centinaia di osterie, caffè e case di tolleranza in cui trovare svago.  

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