venerdì 27 aprile 2012

il Mishima di Ivano Urban





Yuiko Mishima è lo pseudonimo di Kimitake Hiraoka (nato a Tokyo 1925 e morto suicida nel 1970). Yuiko è stato scrittore e drammaturgo. Era un nazionalista nostalgico, un conservatore decadente come lo definì alberto Moravia che lo aveva incontrato nella sua casa in stile occidentale a Tokyo. Forma anche un esercito personale poi si suicida con il rituale giapponese. Lascia diversi scritti da cui ho tratto il  titolo e questa citazione :  "Quando pensiamo all'altrui felicità, affidiamo agli altri, e sogniamo a nostra insaputa, una nuova forma di realizzazione dei nostri desideri e ciò può renderci più egoisti di quando pensiamo alla nostra felicità personale". 

Cosa leghi Mishima a Ivano non lo abbiamo capito. Ma in suo onore ha generato questo bel cocktail che prepara cosi alla sua maniera dal 1980.


Le citazioni letterarie non sono finite perché  il Sangue Morlacco, è un  liquore Cherry a base di marasche dalmate, vuole che il suo nome venga creato da Gabriele D'annunzio durante l'occupazione di Fiume del 1919 (La Repubblica del Quarnero). Insomma Ivano Urban è un oste meraviglioso e questa sua creatura (noi si sperava del racconto della genesi ) è comunque uno dei suoi personalissimi cavalli di battaglia. Poi in coda c'è un poco di cinema da bar con l'arrivo a Roma di Ivano "A spasso con Bubu'" di Giancarlo Fusco, sembra scritto  su di lui Infine una citazione del sommo e greve Amato con le montagne di cambiali, che da solo meriterebbe una visita al suo bar. 
Mi raccomando portategli un bel libro.  

su mishima questo post è molto più esaustivo :
 http://www.larivistaintelligente.it/letterature/bookcrossing/yukio-mishima

mercoledì 25 aprile 2012

King'Bible 01 impressioni di Marzo



King Bible è dove ho preso a vivere da Marzo. kingBible  o Re bibbia ha due fantastiche similitudini con EastActon. Eastacton è un quartiere periferico di Londra dove sta concentrata la maggior parte degli Indiani e degli emigrati italiani degli anni 60. E' un quartiere di case basse a uno, due piani con giardino. Fino a qui è uguale. Ai margini del quartiere sta il carcere. Idem. Confinano con  il ghetto delle case comunali, che la è White City, qui si chiama San Basilio e la limita a Nord con le sue case occupate. Quello che però più mi ha impressionato è la similitudine degli Indi presenti.  Non ci sono solo indiani, sono presenti anche altre comunità quella Rumena, quella tunisina, che hanno le loro piccole sacche, ma la presenza degli indiani (quasi tutti del Bangladesh) è impressionante. un rapporto di due a uno con la popolazione. La mattina ci si sveglia con l'odore del Tanduri o delle spezie in cottura la notte i minimarket sono aperti ed possibile trovare di tutto per prepararsi un pasto in qualsiasi modo. il silenzio è magnifico, la quiete domina, è per buona parte le vie qui sono pedonali, le campane della chiesa di Casal de pazzi si ascoltano solo per i funerali e le messe principali. un bel posto in fondo. Non mancano centri aggregativi e attrattivi,un parco pubblico il Kolbe, un paio di musei, un locale che fà musica dal vivo il Jailbreak, un vinaio che è qui dal 1964, gestito oggi dai figli, una specie di monumento storico di resistenza, vi si conservano bottiglie dell'epoca straordinarie e le sue concessioni alla modernità sono rare. ma qua è il luogo di Roma dove ho percepito per la prima volta il carattere del razzismo. Si diceva e credevo fosse vero, che da noi a Roma il razzismo fosse una blanda e rara manifestazione, non è così, c'è e si è radicato negli stessi emigrati degli anni 60, che troppo spesso hanno dimenticato la loro provenienza. ma qui i negozi e i fast food sono cinesi, indiani, i kebab tunsini e turchi, i negozi di cianfrusaglie cinesi, gli edili rumeni, i camerieri rumeni, i cuochi tunisini. di Italiani rimangono un meccanico un barman, due idraulici, un negozio di scarpe (prodotte in Romania) due alimentari e un vinaio. Diciannove rapine negli ultimi due anni, un colpo di pistola al direttore di un supermarket, un quartiere dove una strada qualsiasi ha anche un inspiegabile quanto inutile muro di filo spinato. Ma qui visse il regista Pier Paolo Pasolini, e credo abbia avuto lo stesso impatto che ho io ora, le cose non sono cambiate. infine un dettaglio pazzesco hanno rubato un nasone, il 31 agosto del 2010 qui sono riusciti a rubare una fontanella. Mah! http://www.youtube.com/watch?v=dtOtn1SXIVQ&feature=share&list=AL94UKMTqg-9D3WkY_s8qiq2yqie20qdQZ

lunedì 23 aprile 2012

che bevi ? aspe che lo telefono ?

Non ci mancava che questa ... dopo il primo vinaio con personal sommellier ora anche l'app di Adroid. Blackberry etc. 
A che serve ? e tu cosa prendi da bere? Aspe' lo chiedo al cellulare. 
Boh, drogati sono dei drogati. Sono curioso come una bestia ma di sicuro mi verrà la Bile. Ora mi chiedo ma quelli del marketing di che si fanno? e il primo genio che me lo mostra giuro lo uccido  
http://www.hwgadget.com/my-sommelier-0322.html

giovedì 19 aprile 2012

Della biografia di Solo, ovvero “dove sei finito?”.


Interno giorno neon, supermercato in un punto imprecisato tra gli spazi vuoti tra le file.... 
Il mio obiettivo ora è di ritrovare il carrello. Ho le due buste di pistacchi in mano, dovrei rifare il percorso all'inverso. Ad occhio sono a nord ovest rispetto a dove l'ho lasciato e dove ho visto “Ciao Sono Paolo” l'ultima volta, se giro per 180 gradi e mi dirigo a sud però ripasso di nuovo le offerte speciali, e di questi tempi non è aria, meglio riflettere sul da farsi. Allora, ci sono ! "Eureka" non mi riesce di dirlo, comunque,  primo devo passare attraverso i formaggi, secondo passare oltre la carne in busta e infine  dalle parti degli elettrodomestici girare a sinistra, se vado per di la dovrei trovare un passaggio magari sino alle verdure dove avevo lasciato il  carrello, se riguardassi indietro tra i post ne sono convinto, ma non sono tecnologico, e il mio cellulare non è connesso, quindi andiamo per gradi, Formaggi, e avanti cosi . 


Nello stesso tempo, altrove nel supermercato vicino alle altane delle buste di plastica.  Voce off ….


"Che palle, certo al caldo qui si sta bene, e non sono neanche troppo carico se questo fesso mi lascia qua, poi chi li sente se stasera i caporali che mi incatenano mi trovano qua ?
Scusate, non mi sono presentato, Mi chiamo Solo o meglio UAN SOLO sarebbe come Han Solo di Guerre stellari, il comandante pirata interpretato da Harrison Ford, di cui i miei genitori erano fans, ma hanno confuso il nome con il cognome come nelle denunce dai carabinieri.
In realtà Solo non lo sono mai salvo in questo momento perché il fesso che mi spingeva si è perso. Vivo qua nel perimetro di un grande supermercato. Faccio il carrello, sono quindi un Peripatetico. accompagno e trasporto i beni della GDO per quelli che vengono qui a fare la spesa. Il grande mondo dell'abbondanza. Trasporto merci, oggetti, desideri, bambini. Sono robusto e nel mio mestiere piuttosto bravo, dipendo da quelli che mi spingono. Le mie ruote sono ben salde e non sbando quasi mai. Durante la notte vivo incatenato con i miei compagni di sventura, nella lunga fila fuori al supermercato, dormo all'addiaccio. Spesso di notte con i compagni discutiamo del da farsi di come fuggire da qui, se andare in giro per la città o a cercare i produttori Bio, di vedere le mucche blu e viola, e di prendersi una giornata di libertà. Visitare il mondo. Ma le catene ce lo impediscono, noi si fantastica. Basterebbe poco un cacciavite o una moneta e un poco di coraggio. Durante il giorno la tensione aumenta, con una moneta un bipede ci affranca dalla schiavitù e ci conduce in giro nel grande supermercato, io sono felice gli racconto di Paolo e di Maria di Tarek e Stefania, dei cestelli e di quel tosaerba che sta li da un paio di anni... a che serve a Roma un tosaerba?
Cerco di stare attento solo a non finire contro i miei compagni agli incroci certa gente non sa guidare. Ci casco ogni volta alle casse la speranza si accende portami via con te portami lontano il dolce naufragar m'è dolce in questo mare, fammi vedere Recanati, Trieste, il Colosseo. Ma arrivati alla macchina del nostro padrone a noleggio veniamo lasciati agli aguzzini della moneta, la delusione e grande, questi caporali della schiavitù ci restituiscono alla catena. Mi hanno raccontato di alcuni compagni andati via, verso fuori, ma nessuno di loro è tornato a raccontarci com'è spesso fantastichiamo e ho sentito racconti incredibili. Non so se crederci. 
Una di queste storie però mi ha colpito in maniera particolare, nell'antichità durante il periodo dell'impero Romano un gruppo di sessantamila carrelli, li chiamavano schiavi all'epoca, penso derivi dal latino, osò ribellarsi all'impero. Servirono due legioni e due consolati per sconfiggere le armate dei liberi. Il racconto proseguiva con le motivazioni che condussero alla sconfitta dei carrelli liberati, una masnada di poveracci equipaggiati alla meno peggio, con le ruote mal fissate, con la ruggine nelle ossa, con le buste di plastica nel cestello. Trovarono il porto di Brindisi bloccato , affrontarono scoraggiati e senza coraggio la battaglia contro le ben organizzate legioni romane. Quel che rimaneva della masnada fu crocefisso per tutta la lunghezza della via Appia, ma il loro capo Spartaco non fu trovato mai. Gli americani che sono un popolo libero, dicono, con vero spirito democratico ne trassero un film, un loro presidente Lincoln, rese liberi gli uomini di pelle scura. Ma la schiavitù dura ancora, anche in altre forme, e di quei liberi rimane solo il mito. Ma io non chiedo tanto, mi piacerebbe vedere il Colosseo, via Veneto e magari andare al cinema a vedere il film. O viaggiare fino in America dove i carrelli vivono liberi senza catene nella prateria. Il mio lavoro mi sta bene mi danno un euro ogni viaggio, guadagno quanto un operaio medio cinese, e li do volentieri al caporale che mi rimette a posto in fondo spesso dorme con noi, è schiavo anche lui. Vorrei solo viaggiare.
I miei compagni invece sono dei rivoluzionari sperano che gli Alleati ci vengano a liberare dalle nostre catene, e cantano “addio Lugano bella” o leggono Curzio Malaparte, io voglio solo andare sulla via Appia e lasciare un euro sotto la tomba di Spartacus.
Ah eccolo arriva ….                                  

domenica 15 aprile 2012

Terzo quadro .continua orientamento tra le file


Terzo quadro l'offerta speciale

La raggiungo, alla pasta. Mi vede accelera, ha un moto di difesa, probabilmente penserà che le voglio scippare degli Yogurt o delle baguette che ha nel carrello, inizia a spingere sempre più velocemente, ma io sono più giovane e più atletico, ho le scarpe da ginnastica e sono senza intralci o pesi addosso, la raggiungo, lei scatta sulla sinistra , io schivo a destra così la supero, ma colpisco il ferro del carrello col bacino che lei volontariamente mi ha tirato addosso in un'ultima strenua difesa della spesa. “Uff. Che male !” Con il fiatone le blocco il carrello con la mano, mi fermo sopra e ansimando come un maniaco, indicando il detersivo le chiedo: “Era in offerta vero ?” . Lei mi guarda sbigottita “Si ma ce ne erano tanti altri, ahhh “ fa l'occhiolino “Ma lei è quello della pubblicità” cosa devo dire, No ! No lo do neanche per due nuovi no! Detto bene? Dovevo dire così ?”.  
IO: “Non lo so signora non so cosa deve dire non sono quello della pubblicità, sto solo cercando di arrivare alle offerte speciali si ricorda per caso dove l'ha preso questo ?”. “Ahhha” mi guarda come un insegnante delle elementari “tre file prima di là” e indica Sud.
“C'è una rotonda con: la carta igienica, quaderni, accappatoi, un frullatore delle tovaglie americane, colombe pasquali olio di oliva...” inizia un elenco infinito... “Grazie dell'aiuto” tolgo il carrello dall'inguine e riparto verso Sud.
A quanto stiamo? Facciamo un punto della situazione, un bel respiro zen, bene ho due posizioni geografiche, l'ho in pugno. Allora, la prima è a Sud da qui tre file circa trecento metri a destra e circa trecento metri più avanti da dove vengo io cioè dalla fila tubetti e scatolame, quindi nord nord ovest che fa rovesciato sud sud Est, è circa un triangolo equilatero, posso fare il rilevamento geografico, alla grande. E' semplice ho due lati per un triangolo, di trecento metri, base trecento lato trecento quello che ho percorso io, uno scarto di 15 gradi circa che mi ha dato “Ciao sono Paolo” poi una rotonda a destra, la in fondo dopo i formaggi, avanti così. Detto tra noi in mare sarebbe più difficile. Sento la signora che mi grida dietro “ Giovanotto ma quando va in onda? ”. 
Mi giro “Fra un paio di mesi, non si preoccupi, le farò sapere grazie”.

Ora concentrazione, devo resistere e passare innanzi alle offerte speciali, e non sarà facile lo so devo concentrarmi pensare a qualcosa di utile di bello di concreto … come il goal di Pruzzo di rovesciata alla Juve con Tacconi che si tuffa e non la prende 2 a 1 all'Olimpico che esplode in una bandiera gialla e rossa, meglio, ecco il 2 a 1 di Falcao al Benfica, stop di petto e zac imprendibile sotto al sette davanti alla curva sud … la nascita di mio figlio, la laurea di Mia sorella, veloce veloce, pensa pensa … azz si avvicinano, il funerale di mio nonno … la messa dell'anno santo, noooooo ma guarda qua 12 rotoli di carta igienica colle ricette della nonna stampate sopra e sacchetti per cani in omaggio a 1euro e 25 centesimi e sono pure Bio, l'ambiente. Non mi serve Non mi serve. E questo ? Un minipiner a 9 e 90 più il bicchiere in omaggio e l'accappatoio sintetico che non asciuga a 13 e 90, non mi serve, e questo cos'è. Mi sono fermato. Sono in trappola. Aiuto !
Normalmente davanti alle offerte speciali ci avete fatto caso a cosa succede ?
Cos'è un offerta speciale ? Qual'è lo scopo ?
L' Offerta speciale È una nota tecnica di convincimento e reclutamento di una setta Evangelica Apocrifa ortodossa Massimalista che vi impone di “comprare tutto ciò di cui non avevate bisogno in un quantitativo triplo se non quintuplo rispetto al luogo in casa destinato a contenerlo” . Ad un prezzo figurativamente talmente eccezionale, che vi spingerà a indebitarvi per acquistare una casa più grande. Non c'è niente da fare non siete voi a cercarla e Lei che vi trova. All'offerta speciale io cedo spesso, la mia preferita è quella della pasta. Per un periodo circa un anno e mezzo sono stato a seguirle per i pannolini di Nicolò', che ho sempre comprato ad un prezzo scontato. Cioè credevo lo fosse, ma credo di non averli mai comprati ad un prezzo pieno. Col senno del Poi, che deriva dall'osservazione metempirica, ed è noto risulta materia esatta, ho verificato che nel tempo l'offerta speciale si ripete periodicamente, e che se riuscite a calcolarne la cadenza o la ripetizione, potete con un semplice calcolo del indice di ricarico del magazzino, evitare il fastidio accumulo e l'indebitamento per una nuova credenza. E che inoltre nel caso della pasta queste offerte si ripetono anche nei prezzi nei formati e che quindi il costo reale del bene è in fondo questo. Il che cozza con la definizione di “offerta speciale”. Speciale è semmai è speciale il prezzo del bene in altre occasioni. Se osservate con attenzione tra le offerte speciali potete trovarvi di tutto, soprattutto il superfluo. In questo una catena di discount riesce a tirare fuori delle battute involontarie straordinarie che hanno dato spunti ad una serie di gag televisive stupende denominata “Picol” di Maccio Capotonda.  Faccio qualche esempio: il Mop o la radazza che non lava e non si asciuga. I frullatori tritatutto ma da 30 grammi, la radiosveglia stereo che non cambi canale e di notte spara musichette ogni ora, a forma di coniglietto o cubo, bicchieri simil Boemia rossi e oro con dei draghi che ballano in coppia il tango in rilievo, la caffettiera moka da microonde, patatine aromatizzate con ogni cosa, ago e fili fosforescenti, stereo alimenta bili a propulsione nucleare, set di pentole in foglio di alluminio che messe sul fuoco si accartocciano, televisori con Vhs incorporato, sedie da giardino in plastica stile imperatore del Messico, piscine gonfiabili da 80 posti comprese di bagnino con zoccoli e pedalò, intravedo il pistacchi mi risveglio....


Pistacchio : Quando lo vedo sto fermo e lo ammiro, faccio finta di pensare ad altro, ma sono mostruosamente tentato. Cerco scuse per non comprarlo e altrettante per farlo, tergiverso, tentenno, penso alla fisica quantica, ai numeri frattali, faccio il giro dell'isolato, ma comunque torno con fare furtivo. Mi vergogno meno a comprare un film porno o i profilattici in farmacia. Sento la sua vocina che mi chiama lo guardo con fare severo. Lui si schernisce, sorride. Nei confronti del pistacchio ho una forma blanda di tossicofilia.
Riesco a farne a meno per mesi, in realtà lo uso poco in cucina, raramente con l'insalata di spinaci, con l'agnello, in salsa sulla pasta, non mi viene in mente altro. Ma oggi ho la scusa ho un pezzo di abbacchio, e quindi.. Se compro una busta sola so che non ne resterà per altri usi. Io ne compro direttamente e senza inibizioni due alla volta.
Cioè una per me l'altra per gli scopi proprii. Il rito : come arrivo a casa, non mollo neanche la spesa, apro la scatola, tanto so dov'è e meta la mangio così com'è anzi la ingoio con o senza buccia, apro la seconda e un po ne pesto l'altra metà la uso per guarnire. Se apro un barattolo non mi quieto finché l'ultimo anche il più restio ad aprirsi non ha ceduto, piuttosto prendo la mazzetta da cinque kili o il frullino, ma deve cedere, finita la prima confezione sapendo di averne presa per gli amici allora mi quieto e ritorno normale così li posso anche offrire. Se mai doveste rincasare con me non chiedetemi hai preso il pistacchio potrebbe essere davvero molto molto pericoloso.

Ne prendo due e non ci penso più. Obiettivo prossimo recuperare il carrello, chissà dov'è.

sabato 14 aprile 2012

Incroci : Orientamento tra le file


Cioè degli spazi tra vuoti tra un corridoio e l'altro e delle genti che vi transitano.

Non so come fate voi il giro del supermercato, se con il foglio di carta in mano, se a memoria, a intuito, legato ad un filo alla vostra Arianna, se con la bussola trovata nelle confezioni degli snack delle Giovanni Marmotte, con la giuda del satellitare, cercando di capirci qualcosa tra i cartelli cercando scritte tipo “Ingresso al parco, Ss3 Flamina ”.
Alle volte si sente una voce dagli altoparlanti: “il Dr Rossi attende sua moglie alla cassa seicentoventinove”. Si racconta che nel 1984 Gianluca Rossetti, un Idraulico in pensione, si perse in un centro commerciale durante le feste di Natale, fu ritrovato dalla figlia in pena e da due sommozzatori del corpo dei vigili del fuoco, solo in Gennaio inoltrato, nella fila Biscotti Secchi. Ma sono solo leggende metropolitane.
Quando anch'io colto da smarrimento e da panico del tipo “non chiudetemi qua dentro per carità”, visto che la cassiera ha intimato di affrettarsi ad uscire e a recarsi alle casse pena la chiusura dentro. Mi avvalgo del meraviglioso “Servizio clienti”, cioè dell'omino in divisa intento a muovere delle cose tra gli scaffali, cioè Lui “Ciao Sono Paolo”.
Mentre gironzolo a casaccio cercando una qualsiasi cosa, appena lo vedo gli corro verso derapando, punto la gamba destra in avanti in lunga scivolata in modo che gli compaio fluidamente schiacciandolo verso un vicolo cieco, gli sorrido e lo guardo con fare da cane melanconico chiedendogli: “Scusi Ciao Sono Paolo, saprebbe dirmi dov'è stato posto il Chinotto?” (alle volte faccio anche domande più difficili), lui persuaso che io sia un poliziotto o uno dell'ispettorato dell'azienda: “Ahhhh ma e Lei”, applica tre respiri profondi, col sacchetto di carta, poi sorride, digrigna direi. Io: “Scusi scherzavo, mantenga la calma per carità ci stanno osservando” e gli mostro col dito prima le telecamere in alto poi un omino vestito da giardiniere col rastrello e un secchio verde in mano per non farsi riconoscere,alzo le sopracciglia e indico : “La sicurezza”, a questo punto Lui sbotta si ricorda del corso fatto, della moglie a casa, del Televisore a 42 rate _ ancora da pagare, e mi fa :“dica presto che le serve?”. Io tronfio di aver riconosciuto quello della sicurezza, annuncio,” il Pistacchio - Aggiungo per far vedere che non sono scemo - “quello pakistano che è più buono”... Lui sollevato la sa : “Ahhh è lahggiuù! Nord nord ovest” E punta l'indice con fare sicuro verso destra, mi vede sbigottito e sardonico aggiunge - “Allora faccia cosi, In fondo alla fila della pasta, prende la rotonda dei detersivi, gira a destra fa circa altri trecento metri e prima del sale lo vede nel... nel secondo scaffale, davanti alle offerte speciali ” … faccio di si con la testa ma non mi fido di riuscire a ricordamelo e quindi mi scrivo un appunto sull'agendina, ma come rialzo gli occhi Lui è svanito come il Fanta_gatto...
Rimasto solo penso di andare a recuperare il carrello, che sarà due tre file più in là, chissà dove, poi rifletto se prendo tempo a recuperare il carrello mi chiudono dentro e non prendo il pistacchio, che fare... qual'è la cosa che serve di più a casa e che ci ho messo nel carrello ? Ci penso un po su, insospettisco il giardiniere che mi guarda con i baffi vagamente spostati uno gli si è scollato e penzola, decido di rischiare, vado a cercare il pistacchio e chi se ne frega, tenterò un blitzkrieg del burro salato alla fine... passo innanzi alla security neanche nascondessi droga, mi guarda come dire sottecchi (si scriverà così?), non desisto e passo innanzi tanto non ho niente addosso che mi può fare? Lo supero e mi allontano arrivo agli spazi vuoti guardo a destra e sinistra mi sposto verso un grande frigo centrale spalle al banco guardo indietro a me.
Allora la pasta la dovrei trovare ci stavo circa un ora fa, me la ricordo, giri a sinistra direzione nord nord ovest, asphè ma qual'è nord nord ovest qua dentro?, ho il telefonino col GPS lo prendo guardo, ma non c'è il satellitare,dannazione hanno schermato il supermercato, così le mogli ti rimandano dannata direzione ci odia tutti. Non mi fregano , a me non la si fa. 

Chiamo un mio ex commilitone di marina : “Ambrogio hai daffare? Si si bene grazie, ah i tuoi figli ah bene bene e quella cosa com'è finita, ahhh bene bene, senti scusa ma nord nord ovest, uhm no muschio non c'è ne, no è presto per l'Orsa Maggiore, si si Europa Europa, un magnete dici ... forse alla ferramenta, poi però non so la correzione, no non ho la mappa, però tu hai goooglee marpz, ma il pennino è scarico ? Vabbè senti ti vengo a trovare una di queste sere si sisi si, ciao a presto”. Un sestante non c'è l'ho e poi non ci sono riferimenti certi, un faro niente... ecco laggiù a sinistra una signora coi detersivi nel carrello la inseguo. Magari si ricorda... Corri corri … vista è entrata nella pasta che fortuna ….siamo vicini … 
Arrivo ...

martedì 10 aprile 2012

Il Mojito del Santero

Ivano Urban è un barman atipico, anomalo. speciale. Lavora al Caffé Parione da sempre ma è un bar che molti  non sanno neanche come si chiami, normalmente si dice "andiamo da Fabio e Ivano", veramente i romani dicono 'namo dà fabietto e ivano", come si andasse da amici. Intorno domina il passeggio e i bar alla moda: il Caffè della Pace, Il Fico, Le spoglie del Jonathan's Angel, due o tre ristoranti abbastanza importanti importanti, e quello che una volta era Il Locale, e la ex Vetrina che Riccardo ha trasformato in un Parrucchiere per signore. E' un concentrato in trenta metri di ricordi e di storie. Ivano poi ci mette del suo, lettore accanito, indefesso nottambulo ha visto e frequentato chiunque, vanta amicizie con Giancarlo Fusco e Piero Ciampi, con Giorgio Morandi ed Ennio Flaiano, dice  aver bevuto assieme a quello str...o di E Hemingway e con Tim Roth l'ho visto bere io di persona. 
I personaggi che lo frequentano se lo incuriosiscono possono godere di un grande privilegio, quello di sentirsi ospiti, come a casa, infatti poi difficilmente se ne tornano alla loro presto.
Che dire della leggenda del suo Mojito insegnatogli dal Santero? 
Noi l'abbiamo bevuto, e della ricetta ripreso le immagini traducendole nel miglior modo possibile, a mio avviso una delizia. Le storie che invece vi racconta o si fa raccontare le custodisce privatamente e con cura...anche se qualcosa ci ha raccontato, vedrò di tirarne fuori qualcosa di buono. Intanto il particolare della pestatura sdoppiata merita un altra divagazione sul Riposo
anche qui la mantecatura avviene come nella miglior cucina con due singole pestature che si amalgamano solo alla fine, e una particolare nota sul Km0, a mio avviso intelligente. specifico però che esistono e sono tra i migliori al mondo agrumi e coltivazioni di Lime sia a Rozzano in Calabria che in Sicilia, mentre Ivano preferisce comunque il Limone al Lime, limo o limes. 
Alla salute .              

domenica 8 aprile 2012

Alla Maniera del Conte.


Il negroni di Daniele del Mikka club....Il negroni è il mio classico, lo adoro. È un americano sbagliato prodotto dalla fantasia e dal ingegno del barman Folco Scarselli all'inizio del secolo scorso in onore del Conte Camillo Negroni, che usava prenderlo come aperitivo. Dalla base di partenza di tre parti uguali di Gin, Vermouth Rosso e di bitter, sino alle variazioni sul tema. Daniele ci ha aggiunto dell'Aperol e degli olii essenziali, elevandolo alla fine con il riposo in botte, alla SUA Maniera del conte.
Esperimento interessante quanto creatura ambigua. La particolarità sta nel riposo, che restituisce il sapore dei vecchi vermouth un po andati e amarognoli un po come se si usasse il metodo Soleras. Come sostiene Montanari nel “Il riposo della Polpetta”, ciò che vale per il cibo perché i sapori si stabilizzino l'affinatura del prodotto anche per il legno o la bottiglia, il stare a riposo ne aumenta la stabilità e il Mix prende corpo, struttura. Non ci avevo mai pensato e mi ha colpito molto. Ho preso da poco a far riposare le paste e fagioli o le polpette di melanzane ma per un drink ... È l'effetto della Mixology applicata al bar. La Mixology di cui parliamo poi nell'intervista è una derivazione della Cucina Molecolare iniziata negli anni 90 e redatta in manifesto da Davide Cassi ed Ettore Boccia, cosi applicata al bar tender, scompone e ricompone i classici long e short drink e costituisce una nuova nota cercando di carpirne l'essenza. Il risultato : fa lo stesso solo è più complicato, Alle volte straordinario. Ma se pensate all'incontro di D'annunzio con Filla e Marinetti, capirete che come per il Carneplastico un rischio c'è. In questo caso no. Peccato solo per la quantità di ghiaccio eccessiva … ed è il mio solo un eufemismo. Per altro il locale è quanto più di lontano si pensi vicino alla mia osteria, è chiassoso divertentissimo si balla si mangia si può anche fumare nella saletta apposita , i ragazzi e le ragazze sono carini, belli e tranquilli, un posto delizioso, manca solo quella strana armonia con i localacci che in fondo io cerco, allora bene venga l'esercizio di style che comunque affascina anche se il ghiaccio mi ha lasciato molto freddo alla fine. Un dettaglio una punta una nota…. peccato.
Ci riproverò. 

martedì 3 aprile 2012

Cercando di capire cos'è l'ospitalità.


Bar e osti
Per diversi motivi mi sono trovato a immaginare il bar, l'osteria perfetta.
Fanno bene gli inglesi a definere il bar la Pubblic house, PUB appunto, un luogo di incontro aperto, accogliente come la casa di un amico.

Mario Soldati, durante i suoi viaggi in Italia ha sempre cercato una osteria (senza hacca) con annesso il campo di bocce. Cosa è che fa un bar ? Potrei dire la discriminante prima è la posizione : Rosati a Piazza del Popolo, Sant'Eustachio al Senato, la terrazza del bar di un Hotel di Amalfi, l' Harry's, l'Hotel de Russie… se è vero che ho frequentato bar per vicinanza e facilità non è per questo che li sto visitando.
Una discriminante, sono gli altri clienti. Quello che i dementi del marketing definiscono il target, è un primo passo. Una seconda osservazione potrebbe essere chi frequenta “questo” bar. Mi ci trovo bene? A mio agio ? 
Un Bar ha di suo una identità, che definirei culturale.
Dei personaggi fissi che lo animano o che vi transitano. 
Dei rapporti tra gestore e avventore consolidati nel tempo, delle confessioni e delle storie sue che si sviluppano, delle trame vite e racconti più o meno veri, più o meno interessanti.
Allora la domanda è come riconosco il mio bar? 
Non saprei rispondere, ho maturato la convinzione che i Bar, le osterie, le piccole strutture ti sanno riconoscere loro.
Resta il fatto che ogniuno di noi nella sua Public Life, la vita pubblica, elegge un suo luogo, o alcuni luoghi dove adora passare il suo tempo in compagnia, alle volte solo, ma comunque in quel luogo genera i suoi rapporti sociali, questo sto cercando : un luogo così. I rapporti di questo genere, se anche alle volte appaiono e sono superficiali, in realtà succede ed è successo, si dimostrano nel tempo reali e profondi. Spesso in quel gruppo di persone i rapporti si confondono ne nascono amicizie e alle volte anche storie più complesse. 
Quindi sto cercando tre cose :  Un bar, un oste, un luogo perfetto, 
nella eccezione che ne da Robert Pirsig  nello Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta :  “Qualsiasi lavoro tu faccia, se trasformi in arte ciò che stai facendo, con ogni probabilità scoprirai di essere divenuto per gli altri una persona interessante e non un oggetto. Questo perché le tue decisioni, fatte tenendo conto della Qualità, cambiano anche te.