giovedì 30 giugno 2011

Piersugo Ughi 5 Insalata di Pollo


Insalata di Pollo
Signori e signore, sono PierSugo Ughi
Scheda: Piersugo Ughi è chef di fama internazionale è l’autore di “Arzilla e broccoli e altre stranezze” best seller 2002, chef del rinomato “ Nando er bujaccaro”, docente del corso di marketing del Saor alla Ca'Foscari di Venezia. Piersugo: troppe volte abbiamo visto in televisione quelle pietanze complesse e difficili che molti si chiedono “riuscirei mai a farle ?”, bene da oggi seguendo le mie lezioni di cucina base saprete ben presto servire una lauta cena ai vostri amici senza tremare e senza indugi.
La lezione di oggi è “come si prepara una insalata di pollo”.

L'insalata di pollo nella storia : l’uomo vive grazie all'insalata di pollo , fu Amurabi nel ottavo secolo Avanti Cristo a redarre la prima ricetta dell'insalata di pollo. Scoperto nella preistoria forse attraverso l’osservazione di due filosofi a passaggio, lascia agli storici una domanda fondamentale la maionese si gira battendo in senso orario o antiorario ?” Nella cultura paleo cristiana il pollo era sacro (immagini del tempio di Vesta a Roma) era sempre servito ai banchetti degli imperatori preparata da alcune vestali nude, etc.
Piersugo: Per fare una buona insalata di pollo occorre: il fuoco (piccolo riepilogo di cos'è il fuoco), l’acqua fresca, un boiler, una casseruola, uno spiedo, una serpentina per distillatori, una pinza, un scortichino, un coltello di ceramica, uno straccio. La lancia termica, una forchetta di argento Napoli 1880 o Valadier, un pentolino, un pentolaccio, una centrifuga per insalata tre canovacci di cotone spesso o lino, una pala, un piccone, una motosega, un sacco di carbone, un catino, un fucile di precisione, una mannaia, una paletta e un secchio per l'immondizia, un litro di olio buono, sale qb, oppure una carta di credito valida.
P. prendete un mezzo di locomozione andate al mercato e comprate un ciospo di insalata. Salvo non vogliate usare le piante del vostro giardini o se vi fidate compratela in un normale negozio di alimentari. Quindi trovate un pollo. Guardatelo negli occhi, passate tre quattro giorni con lui fategli compagnia guadagnate la sua fiducia. Una sera quando meno se lo aspetta attorno alle cinque di pomeriggio, quando sono più stanchi, prendetelo per le zampe e sollevatelo su di un ciocco di legno mentre con la mannaia gli tagliate il collo, con un colpo secco e attendete che smetta di dimenarsi. Circa dieci minuti. Immergetelo in un catino con acqua calda a 60 gradi, spiumatelo, finite il lavoro con la lancia termica, togliete ora le interiora facendo bene attenzione al verde della bile. Apritelo al centro schiacciando leggermente le ali cosi lo potrete meglio cucinare.
Oppure compratelo al supermercato già fatto. Nei cinque giorni precedenti avrete tagliata la legna in pezzi da 60 centimetri con la motosega (circa un quintale). Accendete un bel fuoco lasciate la fiamma viva, ponete il pollo ad una distanza di trenta quaranta centimetri dal fuoco in verticale affinché il grasso scoli fuori Quando il pollo sarà a mezza cottura salatelo, e disponetelo in piano sulla brace viva. Se lo preferite lesso usate direttamente una pentola a pressione, partendo dall'acqua bollente sale grosso odori e un quarto di limone con buccia, tempo di cottura circa mezz'ora. Abbattere, freddate il brodo e sgrassate o manualmente con un canovaccio o con il bianco dell'uovo montato a neve. Con il distillatore preparate ventidue litri d' acqua demineralizzata. Per lavare l'insalata. Oppure recatevi sulla montagna più vicina e lavatelo alla fonte. Senza amuchina che fa schifo. Con un coltello di ceramica tagliate l'insalata a strisce piccoline, oppure compratene una già fatta in busta. Disossate il pollo cotto e con la mannaia (ripulita dal taglio del collo precedente) fate a pezzettini la carne del pollo, aggiungete l'insalata leggermente salata a piacere, realizzate la maionese. Tuorlo dell'uovo, olio e sale un po di culo e monta, se non monta ripetete e ripetete, se non monta scendete al supermercato e compratela in tubetto. Mischiate tutto con un cucchiaio di legno giapponese, di pura acacia sokkudo, o con qualsiasi altro utensile e servite gridando c'è l'ho fatta.

La prossima puntata bucatini alla amatriciana.


Lontano da dove? un confine


Al confine della Dragogna valico di Sicciole, passare dalla Slovenia alla Croazia è un po' come volare in cinquanta metri dalla Germania alla Grecia.
L'atteggiamento della polizia liubianese è un misto di ostentata efficienza nordica e spocchia asburgica, con un residuo di durezza comunista appena avvertibile, divise perfette uffici di frontiera lucidati, aiuole con i garofani. Tutto sembra volerti dire: attenti qui finisce l'Europa, li comincia l'Est, la guerra, l'inefficienza, inaffidabilità. Finiti i tempi della solidarietà cattolica contro la Grande Serbia. Ma è un errore prospettico perché invece dell'Est dall'altra parte trovi il Mediterraneo, l'allegro caos del nostro meridione. Provvisori container per uffici, eterni lavori in corso, operai in canottiera tostati dal sole. “Una faccia una razza”. Donne che vendono miele e ciliege sulla strada, che si fa in quattro per indicarti la strada da percorrere, il doganiere che ti parla in italiano senza fartelo cadere dall'alto. Gran vento sulle pinete odore di resina e salsedine, per terra un tappeto di fiori d'acacia. C'è subito più spazio, il soffocamento demografico dell'Istria costiera slovena, finisce di colpo: a ogni metro verso Punta Salvatore la vista si moltiplica il crinale è come un ponte di un transatlantico lanciato in mare aperto che le radici resistono ancora. Resistono nonostante il vento forte, il cielo abbacinante e una terra maledetta piena di pietre; nonostante la guerra, i profughi e una crisi economica appena mitigata da un ritorno al turismo. Dietro ai muretti o nei cortili intuisci l'orgoglio, l'attaccamento alla campagna e al lavoro. Punti verso il faro, e già i nomi dei villaggi cominciano a cantare, Bassanese, Zambrattìa, Borosìa, rosmarino e Mediterraneo. Barche di pescatori a secco. Poi il mare aperto. (Paolo Rumiz)      

“Osmizze” o frasche un suggerimento per l'estate.


 L'osteria : c'è un altro vino della casa nel Carso le “Osmizze”. La qualità non è detto che sia sempre la migliore di quella del vinaio, di via Umago, ma la tradizione l'ambiente nei quali nasce sono ben diversi. Nelle osmizze o Frasche, il vino viene venduto e consumato direttamente nella cantina del produttore per un periodo limitato, un paio di mesi. Osmizza è una traduzione letterale della parola slovena osmica, ovvero ottavina e indicava appunto gli otto giorni di apertura consentiti in passato dal magistrato civico. Nel 1784 un decreto imperiale permise la vendita durante tutto l'anno, di generi alimentari vino e mosto, frutta a chiunque ne producesse, lasciando totale libertà anche sui prezzi e la stagione di attività ponendo la sola condizione – pensata già all'epoca viene da credere, come misura sul reddito sommerso – di esporre una frasca davanti alla cantina. Le osmizze sono tante sia sull'altopiano, sia nelle vie che dal centro, si inerpicano in direzione di Odicina. Aprono in periodi diversi spesso segnalati su internet e nelle guide gastronomiche, però è più divertente procedere per tentativi e per errori, approfittando della ricerca per farsi un giro per i paesi del Carso. L'ambiente di solito è molto spartano : due tre tavolacci con le panche, stuzzicadenti scolpiti con l'accetta, niente tovaglie. Le pietanze servite di accompagnamento al vino sono in prevalenza formaggio stagionato, prosciutto crudo, uova sode, sottaceti, quasi sempre genuine e molto fresche. Quanto al vino, se siete fortunati potete assaggiare le due glorie locali: il terrano rosso e la vitosca. L'osmizza è però una esperienza esotica, a un passo da casa. È l'estrema propaggine della civiltà contadina spintasi fino ai margini di una città che proprio come a Venezia è cresciuta senza arare e vendemmiare. (Mauro Covacich “Trieste sottosopra” ed. Laterza 2010)
 

domenica 26 giugno 2011

nutellando 2


sotto i trent'anni solo uno su tre lavora


Edvard Kocbek poeta sloveno


Orazione
Sono
perché ero
e chiunque
potrà
dimenticarmi.

Eppure
posso dire:
sono
ed ero
e sarò,
perciò sono più
dell’oblio,
immensamente più
della negazione,
infinitamente più
del nulla.

Tutto il creato
è eterno,
la nascita è più forte
della morte,
più tenace
della disperazione e della solitudine,
più vigorosa
del tumulto e del peccato,
più solenne
del rigetto.
Non cesserò
mai di esistere.
Mai.
Amen.

Quarta puntata il tè freddo

sono PierSugo Ughi
Bio di Piersugo Piersugo Ughi è l’autore di “Gnocchi solo il Giovedì ?” best seller 2001, cuoco della rinomata “Cascina Piadina” oscar della giuda Famose maialate in Romagna,
docente di Brasato Comparato con lo stufato a pressione al dipartimento di Bocconi Amari presso la cattedra di Linguine e pesto con taccole della facoltà di Eat-on U.K..
Solo per noi in esclusiva ci spiega le basi della Haute cousine.
Piersugo: troppe volte abbiamo visto in televisione quelle pietanze complesse, difficili che molti si chiedono “riuscirò mai a farle ?”, da oggi seguendo le mie lezioni di cucina base saprete ben presto servire una lauta abbondante strabiliante cena ai vostri amici senza tremare e senza indugi. Oggi parliamo di come si prepara un tè freddo :
il tè nella storia: l’uomo vive grazie al tè , fu scoperto nella preistoria forse attraverso l’osservazione di due signore anziane sedute a un tavolino, una domanda che ci trasciniamo dall’antichità si beve col latte col ghee o col limone eventualmente si può bere col latte e il limone anche insieme ? Nella cultura paleo cristiana il te era sacro (immagini del tempio di Vesta a Roma) era sempre tenuto in fresco grazie alle nevi portate direttamente dal Terminillo come bevanda sacra per i pontefici per re e imperatori preparata da alcune vestali nude veniva stiepidita altrimenti causava dolore all'imperatore, etc.
Per fare un buon te freddo occorre: fuoco, acqua, un boiler, una serpentina per distillatori, una pinza, un pentolino, un canovaccio di pelle di camoscio afgano, e una paletta raccogli bustine.
Come procurarsi il tè : Prendete un cavallo sellatelo e partite per un viaggio che va dalla vostra città al mercato di Hanoi. Oppure potete piantare nel vostro giardino una piantina e attendete dodici anni per farvelo. Infine potreste acquistarlo al bar sotto casa o se vi fidate in un normale negozio di alimentari
a questo punto prendete la miscela di te che preferite (sul bancone sono predisposte 10 miscele di te e altre spezie) potete usare diversi metodi il primo è quello originario con il distillatore preparate due litri di acqua demineralizzata. Riscaldate con un fuoco vivace il liquido così ottenuto in un contenitore di ceramica. prendete un cucchiaio da te e versate cinque grumi di erbe secche nell’acqua calda.
Con un attrezzo di ceramica o di vetro che non lascia sapore alcuno nell’acqua
Girate l’infuso. Dopo venti minuti avrete pronto il tè. A questo punto con un setaccio in ceramica, o con un colino di bambù travasate il tè in un contenitore di vetro, da due litri possibilmente con la scritta “per alimenti”. Circondate la bottiglia con ghiaccio proveniente dalla montagna a voi più vicina con un contenitore di alluminio riciclato. (altre immagini del Terminillo innevato). Dopo un ora mettete la bevanda in frigo, e servite con dieci quindici gradi di temperatura eventualmente con una fettina di limone e un cucchiaio di zucchero per bicchiere. In alternativa scendete al più vicino supermercato compratene una già fatta e bevete quello, cosi come faccio io. (apre dal frigo una bottiglia in pet di te e ne beve una sorsata)


Finisce qui la quarta puntata
La prossima puntata sarà come si prepara un bambino alla comunista 

ragazzi di vita


Terza puntata le basi. L’uovo sodo


Sono PierSugo Ughi
Scheda di Piersugo : Piersugo Ughi è l’autore di “Famose du spaghi” best seller 2004, cuoco della rinomata Casina del Caso”, docente di linguinistica alla facoltà dei Famose Quattro Bocconi solo per noi in esclusiva realizza i suoi piatti più premiati. 
Piersugo: troppe volte abbiamo visto in televisione quelle pietanze complesse e difficili che molti si chiedono “riuscirei mai a farle?”, bene da oggi seguendo le mie lezioni di cucina base saprete ben presto servire una lauta cena ai vostri amici senza tremare e senza indugi
La lezione di oggi è come si prepara un uovo sodo. Scheda Cos’è l’uovo: l’uovo nella storia, l’uomo vive grazie alle uova, scoperto nella preistoria forse attraverso l’osservazione della gallina, noi ci poniamo una domanda sin dalla antichità è nata prima la gallina o l'uovo ? Nella cultura paleo cristiana l’uovo era sacro pensate che nel tempio di Vesta a Roma era sempre tenuto in caldo l’ovetto fresco per re e imperatori da alcune vestali, alcune vestali covavano le uova
La lezione  -  Per fare un uovo sodo occorrono:
il fuoco, l’acqua, un boiler, una serpentina per distillatori, una pinza, un pentolino, una spirale di quattro metri un canovaccio di pelle di camoscio afgano, e una paletta raccogli cocce di uovo. Per prima cosa procurarsi l’uovo.
Potete quindi convincere una gallina a fornirvelo (video Pier Sugo insegue una gallina)
potete acquistarlo già fatto da qualcuno o se vi fidate comprarlo in un normale negozio di alimentari. Quando avete l'uovo prendetelo con la pinza e deponetelo sulla spirale
la spirale va messa in un bollitore così (tegamino con spirale)
Si posso usare diversi metodi: Si accende il boiler della spirale la spirale fa fuoriuscire delle gocce d’acqua de mineralizzata nel bollitore gocciando colpendo l’uovo da sopra. Vaporizzati così 35 cl di acqua distillata potete inserire nel acqua un battuto di alloro e menta (che a nulla serve salvo ai fumenti) ma che rende il vapore gradevole all’olfatto quindi accendete il fuoco sotto il pentolino e vaporizzate l’uovo per 10 minuti. Prendetelo con le pinze e sistematelo su un porta uovo, asciugandolo bene bene colla pelle afghana lo sbucciate raccogliete le cocce con il raccogli cocci delle uova. Una volta sbucciato ecco il vostro uovo sodo. L’uovo sodo si serve freddo e si mangia con un pizzico si sale.
Il migliore abbinamento e con la birra chiara, e il pomodoro.
Finisce qui la terza lezione la prossima volta vi insegnerò come si prepara il tè freddo 

giovedì 23 giugno 2011

messico e nuvole


Durante la conquista del messico (1519) Herman Cortés si assenta dalla capitale atzeca, il suo vice: Pedro de Alvarado, interrompe la celebrazione di Toxcatt e compie "Il Massacro del Grande Tempio". Muore in circostanze non chiare anche il re, Montezuma. Alvarado quella notte stessa trafuga il tesoro. Presente al fatto Bernal Diaz del Castillo, soldato, poi cronista, racconta che con sorpresa incredibile Alvaro trova “solo” 50 tonnellate di cioccolato purissimo. Al de Alvaro non crederànno nè Cortes, nè il re di Spagna. Gli spagnoli volevano “l'oro” non sanno che farsene del cioccolato. Di qui la leggenda del tesoro di Montezuma. Per i conquistadores il cioccolato, il maiz e l'alegria, sono piante, impossibile pensare che per gli atzechi e i maya siano ricchezza. Quella che raccontiamo è la vittoria degli Dei pagani sull'Oro. Dopo cinqucento anni dalla conquista, gli Dei si vendicano e restituiscono agli indio quella ricchezza che i conquistadores non hanno saputo capire. In messico oggi si combatte una guerra per la legalità, amministrativa e politica, mentre l'esercito è impegnato nella lotta ai narcos che controllano un territorio vastissimo. Una guerra che conta migliaia di morti. I conquistadores di oggi si chiamano corporation, cercano sempre l'oro, che sia petrolio e o che derivi del maisB o Ogm poco importa Contro hanno solo, vacante la politica, i pochi discendenti dei maya i “campesinos”. 




Prevalementemente indios, i milioni di agricoltori cercano di combattere le corporation e la corruzione dei funzionari federali e di uscire dalla povertà assoluta. Dopo venti anni di libero mercato le poche strutture agricole messicane sopravvisute alla crisi del mais, dovuta all'imposizione degli accordi Nafta e la classificazione del Mais B a idrocarburo, combattono per la semplice sopravvivenza, alle volte con le armi.
Sono destinati a soccombere? Sembra proprio di no.


Organizzazioni nate nelle comunità più remote, da anni si battono contro i giganti del dio profitto. Producono ricchezza tra chi non ha nulla. Lottano pacificamente attraverso il rinserimento di tecniche Maya nella coltivazione del cioccolato, del mais e dell'Alegria (Amaranto) cercando di infondere valore economico e riacquistare Dignità. 

domenica 19 giugno 2011

chi va piano ...


le ricette di Piersugo Ughi toast alle alici e mozzarella


La cucina semplice per tutti Le basi 4
Signori e signore, buonasera,
io sono PierSugo Ughi
Scheda di Piersugo
Piersugo Ughi è l’autore di “cucinare ad occhi chiusi senza scottarsi le mani ” best seller 2003, direttore chef e cassiere della Locanda supra Monte , docente di odori e puzze alla facoltà di agro alimentari e insaccati di PREZZO sul Garda,solo per noi in esclusiva realizza i suoi piatti più premiati.
Piersugo: troppe volte abbiamo visto in televisione quelle pietanze complesse e difficili che molti si chiedono “riuscirei mai a farle ?”, bene da oggi seguendo le mie lezioni di cucina base saprete ben presto servire una lauta cena ai vostri amici senza tremare e senza indugi
La lezione di oggi è
come si prepara un toast alle alici :
Stacchetto cos’è toast alle alici : il toast alle alici nella storia , l’uomo vive grazie alle alici , fu scoperto nella preistoria forse attraverso l’osservazione di due gatti che mangiavano delle teste di pesce, una domanda che ci trasciniamo dall’antichità è meglio il pane bianco o il pane nero, e si spinano o e meglio di no ? . Nella cultura paleo cristiana le alici erano sacre (immagini del tempio di Vesta a Roma) era sempre disponibile un barile di alici sotto sale in fresco per i pontefici per re e imperatori tenute e servite da alcune vestali, etc.
Inizia la lezione :
Piersugo: Bene per fare un buon toast alle alici occorre
l’acqua, farina, lievito, mozzarella, alici, erba cipollina, prezzemolo, una pinza, un pentolino, un canovaccio di pelle di camoscio afgano, e una paletta raccogli lische di alici
Come procurarsi le alici. Prendete una rete da pesca con galleggianti recatevi al porto più vicino a casa vostra uscite in mare in una notte di luna calante, pescherete delle ottime alici, il resto ributtatelo in mare. Poi recatevi in campagna mungete alle tre e trenta di mattina una bufala campana aggiungete del siero in latte caldo e otterrete una discreta mozzarella.
o se vi fidate, acquistate mezzo kilo di alici e una mozzarella in un normale negozio di alimentari
Potete usare diversi metodi il primo è quello originario
quindi prendete le alici e con un coltello di ceramica togliete la testa spinatele filettatele ponetele sotto sale così (il sale deve essere rigorosamente dell’Atlantico e non raffinato).
Per ricavare il sale nella stessa giornata in cui andate a pescare potete scavare una buca di quaranta metri di ampiezza per due metri di profondità e farvi entrare l’acqua del mare, chiudere a tenuta stagna con una piccola diga. Cosi. Aspettate due settimane che asciughi al sole per poi raccogliere trenta grammi circa di sale marino.
con il distillatore preparate due litri di acqua demineralizzata, e sciacquatevi la mani dal sangue del pesce. Ponte il pesce ottenuto circa 10 filetti sotto sale e olio di oliva.
Prendete la mozzarella effettuate tre fette orizzontali con il coltello.
Prendete due fette di pan carrè poggiatevi sopra una fetta di mozzarella. Ora de salate le alici versandoci sopra tre litri di acqua demineralizzata, ponete le alici così ottenute sopra la mozzarella, chiudete con la seconda fetta di pane. Ponete in un scalda toast il panino così ottenuto sopra un fuoco vivo estratto da un caminetto di legna di quercia o castagno precedentemente preparato per due tre minuti, girate continuativamente e servite caldo.
Si può abbinate con una gazzosa, o con vino bianco da mescita acqua e limone.

domenica 12 giugno 2011

Lattine a Tele Market


Vengo attratto dagli scaffali per una strana lattina … ha sulla confezione disegnati dei cartoni divertenti credo di Bruno Bozzetto, a Nicolò piace, anche a me per quanto non bevo cola. Guardo meglio vicina vi è la più nota marca che porta la scritta in corsivo porta una nuova scritta Guam il folletto scrive testuale : “ da collezione 3 di 6” azz...!!!! è un affarone e se ne comprassi duemila? .  Poi magari fra vent'anni le smercio in qualche casa d'aste. Magari tra gli antiquari di via dei Coronari. Mi immagino la lattina più famosa del mondo a Telemarket:
studio con sfondo grigio, luce diffusa, un signore elegante con un vestito nuovo, la cravatta regimental, sgargiante impomatato, con fare suadente annuncia: cari ascoltatori buona sera. Oggi sono molto contento di presentare una serata incredibile, speciale. Siamo lieti di presentare una serata incredibile, una magnifica collezione, una esclusiva, per un caso fortuito una fortuna sfacciata, cari ascoltatori, un grande collezionista doveva realizzare, quindi noi abbiamo la possibilità unica nel suo genere, una serie intera di 1000 pezzi, incredibile e irripetibile, della lattina di Natale 2005 della serie Gnem intera, cioè di vent'anni fa. La lattina riprodotta dal grande Andy Warlhold. Nessun gallerista se vi chiedesse 2.500 euro a pezzo sarebbe disonesto, è quello che farei io, in condizioni normali, questi sono i prezzi di mercato.ed è il prezzo con cui le ho viste vendere la settimana scorsa a Forte dei Marmi, nessuno la venderebbe comunque a meno di 2.000 euro. Ma la direzione, il nostro presidente il dr. Cav rag. Eccellenza sua Maestà serenissima, egli, ha voluto farvi un grande regalo …. avvicinate il telefono ora, ORA, non aspettate e chiamate il numero in sovrimpressione. Voi non dovete comprare nulla, Voi cari amici collezionisti, avvicinate il telefono, fidatevi di un vecchio amico, queste sono cose che capitano, una sola volta nella vita, poi domani quando non ce ne saranno più, e chiamerete disperati per averle, quando vostra moglie vi accuserà di esservi fatti scappare un'ottima occasione e di essere gli unici tra i vostri amici a non averne in casa. Non voglio essere causa del vostro divorzio, io vi ho avvisato, ora è il momento, non domani, domani vi dirò No, purtroppo non ci sarà nulla da fare, le avremo finite, e on saranno più questi i prezzi perché vi assicuro sono incredibili. Forse le troverete, ma a quale prezzo ? Il doppio il triplo. Non prendetevela con me, io vi ho avvisato. Che trasmissione signore e signori mai avrei creduto di vedere una cosa del genere ma amici non chiamate domani potrebbe essere tardi. Solo ora in questo momento potete averla a questi prezzi. No, Ombretta mi spiace, avvisa che devono aspettare potete chiamare fra un attimo, vi prego attendete che dica il prezzo per chiamare, potrete ordinarne solo una serie per collezionista. Ma solo per oggi chi prenota potrà visionare comodamente a casa sua questa meraviglia a questo prezzo. Poi domani quelli che decideranno di comprarla mi chiameranno anche tra qualche mese, fra un anno per dirmi: “graaaazie Roberto, ho fatto un vero affare” io agli amici che mi seguono,a quelli a cui voglio veramente bene, dico: state attenti non fatevi scappare questa occasione, è irripetibile. Solo chi chiama adesso, solo ora, chiamate e prenotatela, perché noi non vi vendiamo nulla, noi si propone a casa vostra con tutta calma la potrete vedere ovunque siate comodamente seduti in salotto. Cari amici anche se avete il salone pieno, di Sironi, di Arman, ...non vi avevo consigliato a suo tempo Burri, i tagli di Fontana , gli antropomorfi di Afro? Chi lo ha fatto allora ancora mi ringrazia. Ma è niente rispetto a quello che vado a presentarvi. A questo prezzo, suvvia non esitate è il prossimo Manzoni sottovuoto, dopo l'esclusiva su Schifano, Gonzaga, e de Pero, solo noi potevamo avere … tenetevi forte. La lattina di Natale del folletto Guam, non ristampe ma l'originale, a soli …
no non ci posso credere è da vergogna, incredibile, assurdo, forse c'è un errore, a no mi dicono che è proprio questo il prezzo, attenti collezionisti qui si fa la storia o si muore...
è un prezzo da favola, ho vergogna a dirlo, è un regalone amici, non stampe, originale : la mitica incredibile lattina di coca cola del folletto Gnem a 1000 si dico 1000 euro ed è già un prezzone, e io ne comprerei se potessi cinque o sei almeno, ma la Direzione, mi dice che essendo la settimana di Pentecoste ed oggi è mercoledì che cade di dispari, solo per oggi e adesso, c'è da applicare uno sconto ulteriore del 35% IL PREZZO DIVENTA QUINDI ? Ombretta ..- : seicentoventinove euro e novanta. Che potrete pagare in comode rate da ... Ombretta : 32 euro e cinquanta al mese. Il venditore: poco più di un caffè al giorno.
Chissà se si potrà bere fra vent'anni come il Barolo, e se valgono anche le cartaccia dei gelati in edizione limitata. Io le ho buttate forse ci ho perso dei soldi. Io non bevo cola mi spiace per Telemarket, fra vent'anni magari Nicolò la compra a via dei Coronari o magari a Porta Portese, poi la mette vicino al “Burri”.

Pietro Manzoni (1934-1963) oltre che per “merda d'artista” è noto anche per “impronte digitali su uova da inghiottire” che dire, un genio.     

giovedì 9 giugno 2011

una Bandiera

Però! Non mi ero mai accorta che il confine è a due passi. Mi sbaglio, o quando avete comprato la casa era più lontano?». Stelio Mattioni (Dolodi)



Una bandiera - dicono quassù - non cambia il cuore. Di fronte a tante insensatezze della politica, la gente di quassù ha sviluppato una nonchalance ricca di umorismo. 
A Sorcerga, si racconta, c'era nel dopoguerra un contadino con delle vacche. Come in tutte le stalle di famiglia, ogni vacca aveva un nome, e una si chiamava “Napoli”. Quando guidava l'aratro per invertire la direzione, gridava alla bestia “torna Napoli”. Qualcuno udi il richiamo nella solitudine della campagna, lo interpretò come nostalgia italica e chiamò la polizia. La squadra politica sbarcò in forze a Soćerga, arrivo il commissario. Si rivolto il paese come un guanto, per scoprire alla fine che la spia dei fascisti era solo un mandriano. Tutto fini in una bevuta ma il paese se la vide brutta: erano gli anni del nazionalismo fanatico, e chi non ci stava finiva a Goli Otok, a pane ed acqua. 

omaggio a Schifano e kafka


Estate afosa 2009 A1 prima del raccordo stanno cappottati due carrelli ... Foto, siamo nel nulla,  nella mitica autostrada del sole dove il sole non c'è quasi mai, che fanno là ? Niente aspettano. All'epoca non c'era instagram questa è fatta con un digitale base.Ma i due carelli rovesciati ? neanche fossero Kafka. Li ho poi visti altre volte. Ma la domanda è sempre la stessa. Come sono arrivati la ?

martedì 7 giugno 2011

omaggio a Schifano 2


Se Maometto volesse l'acqua minerale


Oltrepassando la scaffalatura “bibite” ci si ritrova sotto la Grande Montagna dell'acqua minerale. Appare gradualmente e si mostra in fieri come un grande lago posto in verticale, intrappolato in una decina di piattaforme o Pallet. Le indicazioni danno mostra di carenze quali senza sodio senza grassi, senza calcio. SENZA.
Mentre l'esposizione degli altri prodotti è ragionata, pensata, studiata, ammiccante, curata per meglio promuovere la vendita, nei confronti dell'acqua intrappolata nel Pet, questo pensiero è superfluo. La gente acquista acqua minerale direttamente in blocchi da sei, nove, dodici litri, già belli che confezionati con il comodo manico. Ecco spiegato il motivo dell'accatastamento montagnoso, sono talmente pesanti da sistemare e talmente veloci nei ricambi, visti i volumi di vendita, che il comparto non necessita di alcuna sistemazione permette di lasciarle confezionate in quintali europei, compresse in plastica. Con tappo in plastica, chiuse in plastica da 12 bottiglie. Per meglio capire questa stranezza ho interrogato il mio Campione : “cosa avete contro l'acqua di rubinetto?” - da parte mia ho avuto il timore che nelle tubature si celino mostruosità organiche e virali a me sconosciute – la maggior parte mi ha confessato che : nell'acqua di Roma c'è molto calcio, e non è buona come quella minerale”. Per quanto il Calcio sia amato dagli Italiani, in questo caso i risultati come in calciopoli sono truccati. E' stato ampiamente dimostrato che il calcare non si trasferisce ai reni, ne alle ossa, il calcio per le ossa sta più nelle alici e nel parmigiano che non nell'acqua. Semmai il problema potrebbe essere l'arsenico, che è presente anche però nelle bottiglie. Il mio campione glissa. Insisto ricordo così a memoria che l'acqua cioè l'ossido di idrogeno H2O: è sempre e solo minerale, non è non può essere vegetale ne animale. Quindi insisto sulla motivazione “avete mai pensato da quanto tempo sia stata imbottigliata, quanti chilometri ha percorso, quanto sia stata in quella bottiglia prima di arrivare sulla vostra tavola ?” non è che vivete in quei posti particolarmente disgraziati: (solo nella provincia di Roma circa una ventina di comuni) isole carcerarie, paludi, insomma voi non trovate un cadavere nel fiume da spostare prima di lavarvi al faccia, non sono in corso a mio sapere, nel paese infezioni di tifo o colera, in definitiva Perugia compresa, l'acqua di rubinetto saprà un poco di Ammucchia ma è buona e pure tanto. Non rispondono mi guardano come se avessi detto “Europa è un satellite di Giove” . Per il mio campione il problema non c'è visto che sostiene “a me piacciono le bollicine, e in democrazia uno può fare quello che meglio crede”. È riduttivo per me pensare che la Demos-cratia e la res -pubblica (meno male che c'è un referendum) passi attraverso la possibilità di bere con le bollicine ed eliminare l'odiato sodio. 
Maometto non andava alla montagna allora fu la montagna ad andare da Maometto.

domenica 5 giugno 2011

Altane frutta e verdure


Entriamo cosi nel grande Antro delle verdure, belle o quasi. Illuminate male con quella saturazione che davano le vecchie cassette Secam, luce francese anni '80, tutto  rigorosamente in giallo verde, come solo con neon a basso costo si può fare; in questo carnevale di banchi da finto mercato rionale, che è talmente moderno che è più vicino al Moma che non alla campagna, si scorge: alla destra verdure Bio, tecnicamente prodotte da Gaja, cioè dalla Terra. Però imbustate, fatte per la Nestlè o per la Unilever, in appezzamenti di 1500 ettari minimo, utilizzando mano d'opera illegale, concimate con gli elicotteri, mono semi rigorosamente Monsanto, imbustate in plastica, ma in cassettine di legno finto riciclate. Se come credo è legno riciclato cioè pasta di legno sbiancata a ipoclorito di sodio (varechina) e incollato (con acetilene più benzene derivato dal mais, più metanolo come mordente e colorante a base fosfati) sarà Bio comunque?. La risposta è si, la normativa europea è piuttosto a trama larga.

Vicino, trovasi frutta secca, verdura in scatola, salse francesi, maionesi bretoni, preparati a base varia tra cui farro, orzo, fagioli secchi, lenticchie di Favignana e Castelluccio di Norcia. Alla sinistra in un accastamento da mercato generale patate rosse bianche e gialle, con selenio e senza, ma di: ovunque, ovviamente Avezzano e Romagna, Umbria Colfiorito primeggiano. Ma quante patate producono ? Sia Colefiorito che Avezzano, sonno state rase al suolo dal terremoto le patate sono terremotate ? Comunque, melanzane olandesi, cipolle di Tropea, Sud Africa e Cina, aglio palermitano e senegalese, broccoli romani (solo nel nome quelli per l'arzilla per capirsi) peperoni zucchine, tutti insieme sempre indipendentemente dalla stagione e dal giorno dell'anno. Finocchi, pommidori (tutti pachino) porro, etc. Al centro campeggiano due oggetti che hanno la loro bella presenza, sembrano delle altane. Sono un dispensatore di guanti e buste di plastica, di misura sei metri per tre, piccole non ne ho mai viste sarebbero poco super e soprattutto non smaltirebbero i derivati del petrolio; ed una bilancia elettronica stampatrice con molti numeri e anche qualche figura. Nelle poche volte che ne ho fatto uso, ho dovuto rammentare tutte le cognizioni di logica matematica e filosofia delle medie superiori, che il mio insegnante ha tentato di trasmettermi. Rammento che raccontava di essere stato allievo di Caccioppoli a Napoli negli anni '60. e di non essere riuscito a superare l'esame perché non riusciva in una esercizio. Doveva esprimere in termini matematici come si prepara un piatto di spaghetti. Tipo si prenda una pentola, la si pone nel lavandino, si riempie di acqua un litro ogni 100 grammi di spaghetti, si accende la fiamma del gas, si pone sopra la pentola con l' acqua, si pone sopra il coperchio, etc.. gli veniva fuori raccontava sempre senza qualche passaggio infinitesimale. Superficiale quindi illogica, non matematica. Anche io come il mio professore, che poi evidentemente l'esame l'aveva superato, mi trovo a saltare qualche passaggio... attacco ad esempio l'adesivo sulla mela, sul cetriolo, ovvero ricorro al guanto di plastica solo alla fine e non trovo niente di meglio che gettarlo nel mega bidone della spazzatura, - superbidone sarebbe più corretto -, oppure dimentico il numero. Ogni prodotto ha il suo cartellino identificativo del nome e del numero, ad esempio il tre è la cipolla fresca a mazzetti, il quattro la rossa di Cannara, il cinque le gialle comuni cilene, il sette non lo so, l'otto si le zucchine toscane. Quindi prendi la tua zucchina, poi prendo la busta, poi torno indietro e scusandomi coll'addetto “Ciao sono Paolo”, che mi rimprovera perché: -”il guanto è obbligatorio, scusi non è per me, ma sa l'ufficio d'igiene...” io lo sapevo per cui: - “mi scusi, ...- intanto penso – ma quelli dell'ufficio d'igiene che pensano che si raccolgano e vengano disposte le mele col guanto sterile, e i camionisti ? , sono scemi se pensano che io le prendo e le mordo così, ma tutelano me o i produttori di plastica ?. Bisogna rispettare le regole sociali di convivenza ma non si può farsi prendere per il c..o così di continuo. Intanto prendo il guanto. Arrivo quindi alla bilancia con le zucchine, un guanto in mano, e una busta. Infilo le zucchine nella busta... incontro l'ottuagenaria del quinto piano la quale, imbarazzata quanto me, ma soprattutto sopravvalutando la mia cultura, mi chiede: -“mi scusi sa qual'è il numero della lattuga?”-. In un raro quanto mai inutile proposito di buona azione giornaliera, le rispondo con fare sorridente: “aspetti signora vado a vedere” - torno indietro guardo la numerazione della lattuga, torno rapido dalla vicina e dico: - “è il 24!” - lei mette la lattuga sulla bilancia anche lei senza busta... vado a prenderle la busta. Torno col guanto da buttare. Imbusto schiaccio il 24, esce l'etichetta, la guardo “fiori di zucchina euro 21”, mi scusi : - aspetti ho sbagliato ” - Lei mi guarda neanche fosse Caccioppoli. “Ecco era il 74”. Tento di difendermi con una scusa: “ma chi li scrive sti cartelli?”. È stato “ciao Paolo”, mi ha sentito ed è piuttosto scocciato, prende la signora per mano, l'aiuta a fare la spesa. Tutti e due mi guardano neanche fossi Jago di Otello. Quando finiscono la signora saluta “ciao Paolo” non me a me continuerà a buttare la spazzatura dal balcone del quinto piano. Finalmente solo peso le mie due zucchine (senza guanto) e le tre mele per la salsa del vitello, ma il numero è … il cinque, schiaccio con vaga preoccupazione, controllo lo scontrino : mele renette 2 euro e cocci. E' giusto … è il mio.  

Omaggio a Schifano.

via nomentana roma
un carrello post industrile nel verde di un parco pieno di nulla

mercoledì 1 giugno 2011

Pastina in brodo della pensione

- Cosa ha mangiato a mezzogiorno ?
- Pastina in brodo ...farfalline. Formaggio
- e stasera ?
- Ossobuco e piselli surgelati
- frutta ?
- Non so …
- la sera a che ora cenate ?
- Alle diciannoveetrenta
- un liquorino alla fine ?
- no...quasi mai
- il pepe è macinato o da macinare ?
- È macinato
Incubo, mi siedo a tavola, in trattoria, davanti ad una tovaglia macchiata di vino a denominazione incontrollabile, salsa di pomodoro e ragù alla bolognese già fatto. Olio di oliva?  Un cameriere sciatto e sudato con la giacca macchiata.... il tavolo traballa, le urla dei commensali e il rumore di posate sui piatti è obbligatorio, tutti a parlare a voce alta per farsi capire. Dalle porte del gabinetto bene in vista esce lo scroscio dello sciacquone …
la degradazione si solito è totale arriva dall'insegna...anche cucinare se si deve fare tutti i giorni può diventare un incubo ...
Ecco la ricetta della pastina in brodo della pensione...
Portare a ebollizione il brodo (lungo ma grasso) in una pentola di alluminio non particolarmente pulita. Gettare la pastina (stelline o simili). Chiamare una amica al telefono e stare al telefono il doppio del tempo necessario alla normale cottura della pastina.spegnere il gas e quando la ministrina è quasi fredda portarla in tavola e servirla nelle fondine gelate augurando buon appetito.
Aldo Buzzi