domenica 30 dicembre 2012

tre pezzi facili per il mio funerale

 
Non è una idea originale, ne tanto meno unica nel suo genere ma occorre capire prima che sia troppo tardi che cosa si vuole fare al proprio funerale.
E' chiaro che non si fa poi tanto. 
Si sta "siccome immobili dato il mòrtal sospiro con la spoglia immemore orba di tanto spiro" .. ed è proprio per questo che ci tengo a immaginarmelo prima. 

Secondo le condizioni di umore  mi si manifesta diverso e confuso. quindi ora che lo ho a mente lo butto giù così com'è poi magari se cambio idea, anche fosse la settimana prossima.lo cancello  una volta scritta la traccia quella è, e così rimane.Questa cosa è rimasta in sospeso da Giugno ad occhio e croce, troppo tempo. Intanto bisogna vedere chi c'è,

LA GENTE 
Io spero ci sia tanta gente, magari qualcuno realmente dispiaciuto. Se capitasse poi un festivo magari di domenica, così "salvo la Roma/Lazio in casa" un bel pacchetto di amici e parenti ce lo assicuriamo.primavera inoltrata di quelle giornate col sole che scalda e il vento che scompiglia capelli e gonne.


IL RITO  
Una sepoltura o una semplice cerimonia, meglio una cena, senza il rito religioso, non saprei quale in realtà, una cosa  semplice, a casa tra amici e se venisse magari qualcuno da fuori sarebbe anche meglio.

ABBIGLIAMENTO  
Informale anche se con classe com'è buona educazione, qualcuno magari in divisa e magari qualcuno dei centri sociali, aristo_casual diciamo, magari camminano assieme, ne sarei contento. 
Autorità ? Non credo, forse qualche collega se gli va, ma non le Istituzioni, per quelle non conto. e comunque non me ne vengono a mente che si scomoderebbero. 






MUSICA 
Ma una festa si questa è l'idea che mi piace.
Me la figuro con la banda di zingari che spesso sta a piazza del popolo, che suona Libertango e Henry Mancini, Herbie Hancock e Modugno con la stessa follia cacofonica di un ritmo turbo folk.

LO SCENARIO
I parenti e gli amici li vorrei ubriachi di vino rosso, è molto scenica 'sta cosa,  profuso a grandi quantità, per scaldare i cuori e dare alla vita un senso di continuità e la possibilità di parlare a sproposito di ricordi gioiosi. Mi piacerebbe che ridessero, con quelle risate grasse tenute fino allo scoppio come di un petardo, con le signore dabbene che si voltano e fanno di no con la testa dipinta di azzurro.
E se poi  Mi fosse possibile, velocemente sentire qualche attacco dei "ti ricordi la volta che con Daniele siamo stati a " non di più, non per intero. Perché poi io lo so che si arriva alla mia gaffe fantozziana o la caduta di stile, quindi la grassa risata. Ma ci stà, a me piace.  
Poi qualche bella donna almeno una ex ?  magari più di una. Se ne venissero due sarebbe un colpaccio.
Ma sono cose che le donne non fanno, almeno io penso. Mi incuriosisce quest'aspetto. verrebbero ? Mettiamo di si. Si riconoscerebbero tra loro? e che si potrebbero dire ? Come si guarderebbero poi. 
Deluse  ? Offese ? Amorevoli, in fondo mi avrebbero voluto bene dovrebbero esserci non dico tante ma almeno un paio. E che cazzo sono morto vogliamo finirla di litigare? 
La curiosità mi divora. Forse non verrà nessuna. Tutto quel vino sprecato e tutte quelle lacrime risparmiate, Uff,  io le donne non le capisco ancora, e visto che sono io il morto non credo avrò altre possibilità. 
Però io ci andrei al loro, anche con gli attuali e prossimi compagni, in fondo io le ho amate almeno per un po' di tempo.  Noi però anche se non vengono facciamo festa uguale. In fondo se mi hanno o le ho lasciate un motivo ci sarà stato, e visto la dipartita è meglio non indagare. 

CIBO  
non deve mancare, che cosa si mangia al Conforto ? 
a mio avviso roba semplice, torte rustiche (niente interiora è di cattivo gusto) formaggio, affettati e pane Lariano, una pasta e ceci, carciofi crudi e pinzimonio (Cazzimperio). polenta di Farro burro e salvia e saltimbocca,  fichi e prosciutto,  pizza bianca schiacciata. e tanti tantissimi dolci.

Bambini che si abbuffano con le mani appiccicate di miele e zucchero a velo, pezzi di ricotta stracciata da cannoli e macchie di crema e cioccolato sui colletti bianchi delle grandi occasioni 

Qualcuno dovrebbe consolare mio figlio dicendogli che lui non c'entra niente con questa storia e che non poteva farci nulla, che io gli ho sempre voluto bene e che stia tranquillo se esiste il paradiso dei pastafariani quello con il vulcano che erutta birra e le ancelle in topless io sono là.  

Poi la festa che cosa dovrebbero suonare ? funk elettronica jazz e quello che vi piace di più basta che ci sia caciara (confusione). Poi  io li ho conosciuti tanti e tante tra cantanti e artisti. qualcuno potrebbe cantare per cortesia per me questa  :


anche se è triste per me non lo è affatto.   
E peggio di Vedrai Vedrai di Tenco ma stiamo là. 

E infine una beffa. 
Questo ci vorrebbe una uscita di scena con le carte in regola vuole la beffa. uno schiaffo morale tipo Big Chill o all'inglese con eredità date ai cani. 

Ci sto pensando ma qualcosa in mente mi verrà :) 









lunedì 17 dicembre 2012

il Metemerismo dei folletti degli accendini.


È stato dimostrata dal professor Arthur Kauphmann della libera università di Bouder Maier in Baviera, dopo anni di lunghe e faticose ricerche genetiche il metemerismo dei folletti degli accendini. La pubblicazione sul “New Journal of Scientific Paranormal Activities” ha destato sconcerto tra i produttori di tabacco. 
L'acuto studio del professore ha dimostrato che per quanto esistano i folletti degli accendini, questi sono impossibili da fotografare a causa di una mutazione genetica.

Sulla esistenza dei folletti degli accendini Bic credo che nessun fumatore contesti.

Questa curiosa mutazione genetica dei più noti e comuni folletti della foresta nera, si differenzia sostanzialmente per due aspetti fondamentali:
la diffusione più vasta territoriale (il gruppo è diffuso in quasi tutti i paesi del globo),
una maggiore sensibilità alle alte frequenze cioè il folletto cittadino o degli accendini, possiede un padiglione uditivo leggermente meno sensibile,
la terza meno scontata : il Metemerismo.

Lo studio basa la sua teoria su un dettaglio che altri non avevano considerato. 
Non riusciamo a vedere “i folletti che fanno sparire gli accendini” perchè “per anni i nostri ricercatori si sono basati sul fenomeno visivo, tentando inutilmente di impressionare pellicole al nitrato di argento”.

Ora “mentre questo è stato sufficiente a trovare i folletti nei boschi”, la cosa non funzionava sulla mutazione genetica cittadina... “abbiamo quindi utilizzato un modo semplice ci siamo posti delle domande”
Quali sono le differenze principali tra città e boschi ?
Perchè rubano gli accendini ?

La risposta è semplice ed unica la temperatura.

A questo punto abbiamo riflettuto sulle temperature, quindi se le abbassassimo di molto improvvisamente ? Come per incanto sono comparse le prime tracce”.
Era noto grazie a John Fartell (del MIT di Boston ndr) il principio della velocità dei folletti e il relativo spostamento delle molecole a velocità ridotta, ed anche l'uso di un abbigliamento di colore nero e casual da parte dei folletti di città.
Questa particolare variazione dell'abbigliamento aveva sempre secondo Fartell una forte scossa alla loro fotosensibilità, probabilmente dovuta così almeno sostiene lo studio “ad una necessità di sopravvivenza e mimesi con l'ambiente cittadino”.

Hainz ha quindi costituito la prima osservazione genetica su una “interessante e al momento unica conosciuta variazione stealth su organismi viventi, che impedisce alle frequenze colorometriche di essere percepibile all'occhio umano”. 

Essendo la loro temperatuta basata attorno ai 1500 k (kelvin), nessuna macchina fotografica o telecamera aveva i sensori giusti per vederli. 

Ora il professore e tutto il suo staff hanno creato una macchina la Hainz 01, che altro non è che un oscillatrometro di Boch posizionato ad una temperatura tra i 1000 e i 2000 kelvin (con forti cromazioni blu) con una lente di ingrandimento Zeiss x10 e una normale macchina fotografica Istamatic Una sei per sei a ccd di 1/3 di pollice. 

Forniti di un alto numero di accendini e un abbattitore di temperatuta lo staff si è posto in una cella frigorifera di un noto ristorante del centro e il gioco è fatto.

Dopo due settimane di appostamento hanno ottenuto la prima immagine : questa









Ora sfido la chiunque a dire che i folletti degli accendini non esistono. 



domenica 16 dicembre 2012

CAFFE SAN MARCO TRST


La gente entra e esce dal Caffè, alle sue spalle i battenti della porta continuano ad oscillare, un lieve soffio d'aria fa ondeggiare il fumo stagnante. L'oscillazione ha ogni volta il fiato più corto, un battito cardiaco più breve.
Sul bancone rilucono le coppe di frutta e le bottiglia champagne, un abatjour rosso striato è un iridescente medusa in lato i lampadari splendono fluttuano come lume nell'acqua. La storia dice che il San Marco è stato aperto il 3 gennaio 1914 – nonostante le resistenze del consorzio triestino tra caffettieri, invano rivoltosi per impedirlo, all'Imperialregia luogotenenza – divenendo subito il ritrovo della gioventù irredentista e anche un laboratorio di passaporti falsi per i patrioti antiaustriaci che volevano scappare in Italia. 

“Facile per quei giovanotti” borbottava il signor Pichler, ex Oberleutnant, sul fronte della Galizia durante le ecatombi del '16, “si divertivano un mondo con quel traffico di fotografie tagliate e incollate, era come tirare giù una di quelle maschere e mettersela in faccia, senza pensare che è lei che può tirarti nel buio e farti sparire, come quella volta, tanti di loro e di noi in Galizia e nel Carso. …


il San Marco è un vero Caffè periferia della storia contrassegnata dalla fedeltà conservatrice e dal pluralismo liberale dei suoi frequentatori .pseudo caffè sono quelli dove si accampa una unica tribù.
Ogni endogamia è asfittica. Al San Marco trionfa vitale e sanguigna, la varietà vecchi capitani di lungo corso, studenti che preparano esami e e studiano manovre amorose, scacchisti insensibili a ciò che succede intorno turisti tedeschi incuriositi dalle piccole targhe dedicate a piccole e grandi glorie letterarie già assidue a quei tavoli, silenziosi lettori di giornali, combriccole festose e inclini alla birra bavarese o al verduzzo, anziani grintosi che deprecano la nequizia dei tempi, saccenti contestatori, geni incompresi, qualche yuppie imbecille, tappi che saltano come salve d'onore specie quando il dott. Bradaschia, già diffidato per millantati crediti e interdetto dal tribunale.





Il caffè è un brusio di voci …. voci si levano si confondono le si sente alle proprie spalle avviandosi in fondo alla sala. Non è male riempire i fogli sotto le maschere che ridacchiano tra l'indifferenza della gente seduta intorno. Quel bonario disinteresse corregge il delirio di onnipotenza latente della scrittura che pretende di sistemare su pezzi di carta e di sdottorare sulla vita e sulla morte. Cosi la penna s'intinge volente o nolente in un inchiostro temperato con umiltà e ironia.



La paura bussa alla porta. La fede va ad aprire. Fuori non c'è nessuno.


Scrivere significa sapere di non essere nella Terra Promessa e di non potervi arrivare mai ma continuare tenacemente il cammino nella sua direzione, attraverso i deserto. Seduti al caffè si è in viaggio come in treno, non si può apporre a nulla una vanitosa impronta personale, non si è nessuno.

Claudio Magris Microcosmi

sabato 15 dicembre 2012

Agosto nel reparto verdure


Dentro il centro commerciale
Reparto verdure
Davide guarda la altana delle buste
pensa ad parla ad alta voce :
chissà perché ci sono solo buste grandi.

Una signora con domestica al seguito lo guarda male. E bisbiglia qualcosa all'indiana che le sta dietro.cosi sorridente lo guarda male anche lei.
Scocciato prende il rotolo delle buste in mano, fatica a staccarne una dalle altre. 
Si aggira tra le scaffalature del reparto verdure guarda e si ferma.

Si avvicina una signora anziana. Si frappone tra lui e una verdura e lo sposta con il corpo.
Davide scarta la signora e infila rapidamente tre mele renette e va alla bilancia.
Marco il commesso del supermercato lo guarda.
Davide pone la busta sulla bilancia e inizia a guardare i numeri, si sposta e va veloce tra le scaffalature. La signora anziana si sposta alla bilancia. Davide corre. Arriva alla bilancia, schiaccia velocemente il numero. (Marco presente) immobile.
Esce lo scontrino 13 euro.
la Signora si rivolge a Davide
Mi scusi giovanotto a che numero sono le zucchine ?
Davide Non lo so signora, non ha visto se ci sono disegnate
poi guarda Marco e fa segno a Marco “è toccato”.
Signora a Davide Scusi sarebbe cosi cortese
Marco Lo sa che DEVE usare i guanti quando prende le verdure
La signora gli mostra i suoi con faccia di rimprovero.
Davide li guarda entrambi
Marco indica l'altana delle buste di plastica col dito.
Davide sorride a denti stretti.
Davide se attende un attimo signora glielo dico
Davide va all'altana e si infila il guanto poi va tra le verdure alza il cartello legge il numero torna. Davide signora è il 24 …
la signora schiaccia i pulsante e lo scontrino lo attacca Marco
La signora a Marco grazie gentile
Davide Ma le mie mele ?
La signora porge la busta a Davide
senta giovanotto non ho tempo da perdere...
Marco ferma per il braccio Davide lo guarda male e dice
Marco la smetta di infastidire la signora
Davide si, scusi non volevo è solo che tre mele piccole non costano 13 euro
Marco attenda che finisce la signora e poi rifarà il suo scontrino
Davide cercavo solo di fare un po di spesa.
Marco questo non la autorizza a trattare male nessuno 
Davide ma non li fate i corsi di customer satisfaction
Marco  certo ci insegnano a sorridere e a uccidere i clienti senza lasciare tracce di sangue sul pavimento 
Davide e camminate poi sulle braci ardenti ?
Marco ma è venuto qui a giocare ?
Davide non è stato attento al corso lo immaginav
Marco  perchè non sparisce velocemente ? 
Davide non posso pagare 13 euro tre mele, quindi adesso le metto dietro il latte a lunga conversazione e quelle cose tipo le alici che non spostate mai finchè un giorno i semi germoglieranno e vi chiederete come sia possibile che sia nato un albero in questo regno del polistirolo 
Marco sparisci 
Davide ok queste allora le porto con me.   


Davide se ne va seguito da marco con gli occhi e una certa preoccupazione per la possibilità che l'albero venga davvero a crescere tra le scaffalature. 


mercoledì 12 dicembre 2012

interno centro commerciale.


centro commerciale interno giorno luci al neon.

Lucia è all'interno del reparto macelleria la fila è lunga parla con un dipendente con i capelli bianchi

Lucia si lo so, mi dispiace.  
Dipendente ma una lettera di richiamo, perché
Lucia per due ritardi e perché sei capo un reparto.
Dipendente ma erano di pochi minuti e sono giustificati, ho famiglia, due figli
Lucia senti funziona così la direzione ogni anno taglia qualcosa i costi del personale per il 10 per cento e da qualche parte vanno a tagliare
Dipendente sono quindici anni che lavoro con voi non sono mai mancato un giorno
Lucia ma non centra nulla il tuo lavoro, è il costo che guardano. Più sei anziano e più guadagni, un altro ritardo e sei fuori. Rischiamo tutti io stessa.
Dipendente ma non può parlarci lei
Lucia e con chi ? Non c'è una persona dietro questo, io non so chi decide cosa, ognuno fa il suo senza sapere cosa fa l'altro, siamo solo numeri. E' come nel grande fratello, quello vero non la Casa, ognuno è vittima e carnefice, controllante e controllato. E' un sistema .
Dipendente che posso fare cosa mi consiglia
Lucia Stai tranquillo arriva puntuale io ti ho cambiato l'orario in modo che puoi entrare alle otto e mezza. Appena puoi cercati un altro lavoro
La guarda Dipendente grazie.
Lucia di più non si può fare.

Si avvicina una signora - Signor Mario Me lo da un chilogrammo di carne per il ragù
dipendente certo signora glielo faccio subito guardi ho della coda se la vuole

Lucia guarda la fila al banco gira i tacchi e se ne va.

Mentre passa per i reparti vede un uomo in camicia e giacca disperato in mano ha un foglio di carta e guarda i pannolini, nel mentre è al telefono con la moglie urla e si agita
Uomo non lo so qui non capisco c'è scritto aspetta forse ho risolto - Guarda Lucia disperato. Lucia si avvicina
L'uomo rapidamente chiude al telefonata la prende per il braccio e la trattiene.

L'uomo Mi aiuti la prego...
Lucia se posso
L'uomo guardi questa
le porge un foglietto con sopra scritto l'elenco della spesa
Lucia non capisco bene
L'uomo indica col dito Pannolini
Lucia gli indica la parete di fronte
L'uomo si ma che taglia ?
Lucia l'ha mai preso in braccio il pupetto ?
L'uomo si qualche volta
Lucia Bene quanto era grande da uno a cinque
L'uomo allarga le braccia non lo so così
Lucia e si ricorda quanto pesava ?
L'uomo Sarà stato cinque chili
Lucia e sa anche quanti mesi fa è nato ?
L'uomo Tre mesi fa
Lucia bene tre mesi cinque chili, vede c'è scritto è una misura da tre mesi
prenda quelli
L'uomo sollevato grazie grazie
L'uomo e per il resto ?
Lucia E' affare suo poteva pensarci prima di fare figli oppure mandi la signora
ora mi scusi dovrei vado a lavorare
L'uomo grazie comunque
Lucia prego. Mi scusi ma lei cosa fa nella vita ?
L'uomo sono ingegnere
Lucia immaginavo.
Lascia l'uomo con le sue perplessità e al telefono e va avanti.

venerdì 7 dicembre 2012

Le mode alimentari e le Università Inglesi


Dopo una accurata scelta tre decimi di secondo netti, acquistiamo la nostra scatola di biscotti quella “con”, quelli che a Nicolò ha consigliato la pediatra, una santa donna.


Niki mi mostra quelli che compra sua madre cioè la mia ex moglie, identici ma con Plus di qualcosa. 

Arricchiti direi, biologici, pseudo sani, alle pere, al grano saraceno, al broccolo martignano, al marciapiede indiano, al tuperzio... cosa sono questi Plus ? 

Sono le mode lanciate dagli allarmi Inglesi, trasmesse a reti unificate da tutte e sei/nove reti televisive. 

In variante salutista, con ingredienti chic e confusi, esperimenti di alcuni californiani sotto effetti di droghe, aiutati dalle multinazionali che si sono convertite agli Hippy solo per vendere le stesse porcherie di prima con un notevole margine di profitto aggiuntivo. 

Iniziano con il Telegiornale delle 20,00 “da un attento studio dell'università del Grapeshire è risultato che su un campione di seicento individui morti per assideramento, che il sodio in eccesso causa cecità, (come l'onanismo), segue piccola intervista al dietologo di turno che dice ovvietà tipo “non è necessario conservare la carne sotto sale”, aggiungerei - se si possiede un frigorifero -, ne mangiare il sale leccandolo tanto per farsi venire sete di Birra o tequila reposada.

Una dieta deve essere ricca di frutta e verdure etc. etc... Gli studi delle università inglesi derivano a mio avviso, dalle scelte di Marketing delle multinazionali che commissionano la ricerca. I risultati sono sempre lapalissiani, garantiscono cioè che esiste una correlazione tra abuso alimentare, e diete povere di varietà con le malattie. Il cibo di cui ci nutriamo è in fondo il mattone del nostro corpo, carbonio, acqua, vitamine, proteine, zuccheri, se ne abbiamo solo una e siamo carenti delle altre, probabilmente ci verrà un brutto male. 

Come soluzione al problema, l'università inglese suggerisce l'abolizione di una qualsiasi cosa a caso: pasta, olio di oliva, strutto, farina infine suggerisce una dieta che segue una deficiente in minigonna e tette in mostra, cioè una Rock Star, o qualunque personalità Idol americana famosa.  Mai che la moda la lanciasse zia Assunta da Cosenza, o Ludovica da Ferrara.  Viene poi ribattuta dalla rubrica Gusto, Mondo cibo, Mode, Lifestyle, e da shopping on line a casa tua.  Due settimane al massimo e ogni settore del supermercato si aggiorna con la papaia liofilizzata. 

In tutte le sue varianti più astruse Hamburger con papaia, Succo di papaia in polvere, Ammorbidente alla papaia, vestiti eco e solidali derivati dalla corteccia di papaia, biscotti cibo per cane riso soffiato e assorbenti con la Papaya. 

Probabilmente è stato inventato un aroma papaia derivato dal Mais e qualche paese dell'Africa o del Sud America ha in corso un colpo di stato con relativo crollo del prezzo sul mercato della papaia.

Dal TG: “la grande cantante "Brunga" usa la dieta Frutta fresca e papaya con verdure liofilizzate, perché non le piace perdere tempo e fare la pipi … ha dichiarato che fra sei mesi si sposa con il polpo Jonny dell'acquario di Tampa, fra dieci mesi sforna un figlio di nome Rocketz, domani esce il suo trentanovesimo album, dedicato al figlio Pierre, il film “estreme catastrofi lupi mannari, nella mia scuola” esce domani 
mentre “Amore io ti twitto tu rispondi con i link sbagliati ? " a Natale. 

Passiamo ora altre notizie: il papa è stato rapito stamane dai Marziani, non si conoscono ancora le cause ne gli effetti...

Io nel mio piccolo mi chiedo : cosa mangia Rocco Siffredi, a parte le patatine. Questa si che sarebbe una dieta interessante. Dopo venti e passa anni di onorata carriera. "Rocco ti stimo".  Ma gli inglesi purtroppo non studiano la sua dieta.


http://youtu.be/GV9tV7Vyil4



venerdì 16 novembre 2012

pausa caffè 02


Interno giorno, scale di una palazzina anni 70. Vetro e cemento.
Una porta chiusa bianca fuori campeggia su di un foglio di carta da 180 a 300    
Davide suona il campanello … gli aprono in automatico

Davide entra : i muri sono pieni di fogli con scritte di turni di montaggio, pezzi di carta vari scaffalature metalliche grigie piene di ¾ cassette e cavi lettori vhs a altri pezzi di modernariato, armadi di metallo con nomi di programmi televisivi e adesivi sindacali, poster della mostra del cinema e macchine fotocopiatrici, macchinette del caffè distribuite a casaccio. I cavi elettrici e le prolunghe la fanno da padrone, al desk c'è una segretaria
si presenta

sono Davide Massaro dovrei parlare con Paolo Gargiulo

la segretaria      vedo se c'è

- telefona - c'è un signore per lei... Si bene ...
si è la stanza 214 la attende

Davide grazie, so dov'è …

si gira e parte per un lungo corridoio illuminato al neon un incrocio tra Fantozzi e blade runner, della gente chiacchera, chi legge il giornale, qualcuno lavora, o sembra farlo...
man mano che avanza nel corridoio la luce aumenta
verso i dirigenti arriva anche il sole dalle finestre e si intravedono piante,
la 214 è tra la 128 e la 280


Davide scuote la testa e pensa ad alta voce
“non ha un senso”.

Bussa

Ufficio di Paolo interno la luce solare entra fioca.
Entra . 
Scrivania bianca ad un capo Paolo Gargiulo (in camicia bianca maniche arrotolate e orologio di marca) è un funzionario. Davide è in piedi gli porge un dossier, che aveva stampato poco prima. Paolo lo prende e lo guarda con fare interrogativo.

Paolo è questo ?? 
Davide 'ho stampata ma è quella che le ho mandato via mail.
Paolo allora l'ho vista, bene. Mi sembra un ottima presentazione, ma sono un po' confuso ne hai fatte tante di esperienze … troppe, e ancora mi mandi sta roba raffazzonata ? scusami se leggo ad alta voce, ma mi scrivi che si sviluppano buone doti di comunicazione e vendita facendo il cameriere ?
Davide si siede
è una provocazione ma neanche tanto stramba, torna utile stare a contatto con la gente. Il cameriere gestisce e vende i piatti di cucina dove è odiato perché esiste un conflitto naturale tra cuoco e caposala, vende di tutto e fa felice la gente è un lavoro impegnativo.
Paolo quindi vorresti far raccontare il Mondo dai camerieri ?
Davide Beh si in fondo molti sono artisti mancati, sono camerieri anche i sommelier io pensavo agli osti era già successo col Carnacina e Veronelli e Brera la Pacciada, ancora oggi il libro di sala più usato è il Pellaprat. Poi se pensa alle memorie di Escofier o di Ho Chi Mihn prima di fondare una nazione era un pasticcere.
Paolo Mi sa troppo di intellettuale.
Daniele Ma è una visione che più dal basso non si può, eppoi che cazzo vuol dire intellettuale, basta che uno legga “lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta”, o “Hifi “ per essere un intellettuale ?, qui si parla di stomaco le emozioni, le amicizie, dell'ospitalità.
Paolo Non mi convince
Davide considera che un trentenne scrive di vino e non ha fatto neanche il corso da sommelier questi che oggi parlano di vino sono dei nazisti del marketing e non se rendono nemmeno conto, sono gli “utili -idioti” della doc a cottimo made in Turchia non sanno neanche cosa è il disciplinare crede che Savarin sia una salsa o un ciclista francese dopato a Calvadòs .
Paolo Altro
Davide Un documentario sui musicisti di blues del Mali ?
Paolo l'ha già fatto Coppola ed pure andato in onda
Davide la butto cosi “i pirati nell'adriatico” o i “cavalieri di Malta” ?
Paolo Senti l'ultima cosa che abbiamo fatto e che è andate bene, era le “storie di fantasmi del Terzo Reich”. Tu lo immagineresti mai i che Hitler credeva nei fantasmi ?
Davide sarà contento grande capo Esticazzi.
Paolo Bravo sardonico. Vedo che hai prodotto poco negli ultimi tre anni
Davide in realtà sono le reti che hanno smesso di produrre, o alcune di esistere, o semplicemente decidono che possono comprare anziché produrre fare a meno di me, poi anche nella pubblicità hanno ridotto i budget forse non servo a molto e a nessuno interessano le miei storie ma devo pagare l'affitto e magari mangiare.
Paolo Pure tu, mangi ? - sogghigna - racconti storie dici ? Tipo questa …
affronti tematiche sociali attraverso la storia delle lingue estinte come il serbo croato ?
Davide è la storia delle minoranze linguistiche nella guerra dei Balcani ...
Paolo Vedo anche che sei stato all'estero
Davide alle volte mi chiedo perché non ci sono rimasto
Paolo sarebbe stato meglio ?
Davide Non lo so … ma almeno ci avrei provato.
Paolo Perché in Italia ?
Davide per la mia generazione, non ci sono prospettive. Senza passato ora neanche futuro . Quelli che l'hanno fatto tipo il mio ex socio ora sono avanti nella carriera mi sembra che qualcosa siano riusciti a combinare.
Paolo Stiamo parlando di cosa
Davide Niente, era una sua domanda
Paolo La mia domanda è hai per caso qualche format da proporre ?
Davide in realtà ci eravamo detti che mi avrebbe proposto di entrare per la produzione esecutiva di una rubrica sul cibo e vino
Paolo ma è pieno di interni che le fa non vedo come potrei
Davide io avrei pensato ad una cosa come i viaggi in Italia di Piovene e Soldati
Paolo e sarebbe ?
Davide prendiamo i testi degli anni 50 e li confrontiamo con l'attuale tipo Matera e il sogno di Olivetti, Trento vista da Thun
Paolo Ancora co ste cose da intellettuale, e poi lo sta facendo Pippo Baudo,
Davide Vado a fare il provino per l'isola dei famosi ...
Paolo forse la sospendono, ma è una idea. Senti ti voglio bene a Settembre rifanno i direttori di rete e magari ho l'aggancio giusto per un buco in palinsesto e riusciamo a produrre qualcosa di grosso in prima serata come quello sulla Mafia
Davide Sono dieci anni che ne parliamo fra un po farò le interviste agli eredi
Paolo Secondo me i tempi sono maturi …
Davide Va bene l'avevamo detto anche l'anno scorso e l'anno prima
Paolo - chiude – la conversazione ci sentiamo a Settembre

Davide si alza e si gira va alla porta e senza neanche salutare esce. 

giovedì 15 novembre 2012

Pausa caffè


Centro commerciale interno sala relax una serie di macchinette distributrici merendine e porcherie tossiche …
Caffè della macchinetta Davide porge il caffè a Lucia

Lucia    grazie allora come è andata ?

Davide male direi … il solito

Lucia   non avrai mica dato di matto ? 
Ma vuoi crescere una buona volta 

Davide e fare cosa come te lavorare fino a morire per poi sposarmi, con uno stronzo ricco ma con 1000 amanti per poi rimanere sola. Hai dimostrato che eri figa e adesso ti spacchi la schiena 12 ore al giorno e ti manca anche il tempo per berti un caffè dignitoso ? …

Lucia se la stronzaggine fosse una virtù ti farebbero santo.

Davide scusa ma è un po' che non gira nulla bene

Lucia ti servono soldi ?

Davide no sono venuto solo a trovarti .. per sapere come stava la mia sorellina

Lucia di solito mi chiedi soldi

Davide oggi no anzi ti ho portato un regalo.

Lucia cos'è una sorpresa ? Da te e mica è il mio compleanno ne Natale puzza d'imbroglio

Davide No. è un libro “le lezioni Americane di Calvino”

Lucia ma te l'avevo regalato io,

Davide infatti c'è ancora la dedica, lo so ed è stata la mia fregatura … ci ho creduto, poi ho scoperto che valevano solo per la Cina e l' India - e ride, -
è la seconda volta oggi

Lucia che cosa ?

Davide è la seconda volta che mi succede qualcosa di positivo e me la rido

Lucia cos'è questo un miracolo ?

Davide stamattina ho conosciuto una tipa fichissima con la quale voglio uscire stasera, e credo che diventerà mia moglie …

Lucia ne sei certo ? E chi è la pazza, lo sa in che guaio si va a infilare ?

Davide no, non lo so chi è, so solo che si chiama Melissa ed è meravigliosa ... anzi sono pure riuscito a restarle simpatico ha detto “ironico “...

Lucia di mattina ? Non è la solita tettona con piercing tatuaggio e frusta?

Davide no è fichissima credici, anzi mo la chiamo e ti ci faccio parlare

Lucia sei fuori … fare la ruffiana a 40 anni …

Davide trentasei e non ci provare, però la devi sentire è deliziosa

Lucia spero che lo sia --- ci pensa un attimo --- dammi sto telefono

Davide eccolo è già impostato

Lucia e che le dico ?

Davide la verità che è quella paga sempre, che sei la mia sorella e che il tuo fratello sta male con il cuore se non la vede, e che avevi piacere a sapere chi lo faceva soffrire, alla carogna, sdraiata qui in terra con la schiuma alla bocca...

Lucia io ti manderei a cagare

Davide dai merita è veramente pazzesca

Lucia ma parlaci almeno prima tu non fare lo scemo

Davide ti ricordo che io quando sono innamorato tartaglio

Lucia è ora che cresci

Davide ok chiamo io, però un attimo ci parli.  

lunedì 12 novembre 2012

Conosco una città.


Conosco una città che ogni giorno s'empie di sole
e tutto è rapito in quel momento.
me ne sono andato una sera
nel cuore durava il limio delle cicale
dal bastimento verniciato di bianco
ho visto la mia città sparire
lasciando un poco un abbraccio di lumi
nell'aria torbida sospesi



Cara Anna,
prima ancora di prendere contatto con l'italia, io la conobbi nell'immaginazione fervida della mia infanzia nella suggestiva aureola che circonda l'esodo si andava maturando il mio amore per Lei. Anch'io un giorno sarei partita con quella Nave che avrebbe rese concrete le mie scorrerie fantastiche … Papà non volle andarsene per via della barca e della pesca, nonna per la casa, il suo regno... la amava con assoluto trasporto, proprio come io l'amo adesso che l'età è una cosa sola coi luoghi sono contenta di essere sicura di morire qua dentro, come fu contenta lei.

Cara Nelida,
ci imbarchiamo di sera. Di nuovo grigio, pioggia gelo, silenzio, scialli, ombrelli. Qualcuno per non pensare per non parlare, tira fuori le carte e una bottiglia di vino. I pensieri il dolore è troppo grande: c'è bisogno di alcool per farli tacere. E la notte stivati come sardine, in centinaia, uomini donne bambini che fingono di dormire, e fingono di non piangere, tutti resi uguali dallo stesso dolore, e dalla stessa paura...

Care Anna,
all'esodo eterno punto di riferimento, quello che separa il prima dal dopo, sono seguiti l'impreparazione al destino che ci ha colti, la morte delle cose, la desertificazione della vita, solo parole dall'altra lingua, parole che occupano tutto lo spazio sociale. E' come buttar sale in mare spender parole per far valere i proprri diritti. Un'ampia fetta di umanità è soggetta all'ubbidienza cieca a un costume implacabile, a leggi che non capisce affatto. Tutta la città è codificata nell'altra lingua, però, nella parte vecchia gli anziani hanno memoria della cittadinanza precedente, punto per punto, nella successione delle case, una partitura musicale di cui non si può spostare o cambiare alcuna scrittura stinta. Nel loro presente che non sa e non può dimenticare si ubiqua largamente il passato.

Cara Anna,
e, poi finalmente arrivano gli americani mamma, papà adesso è davvero finita la guerra?
Si adesso è finita, speriamo … e gli americani grandiosi nello stesso modo ad organizzare bombardamenti e feste, s'impegnano nelle pubbliche relazioni con la popolazione... i soldati ridevano e ci invitavano a sollevarci sulle punte dei piedi per arrivare ad addentare una mela, senza toccarla con le mani. E con loro ridevano anche noi bambini. E mangiavamo: le bocche, le guance, le mani finalmente sporche di zucchero, di cioccolata, di un orribile gelato troppo verde troppo rosso, troppo giallo.

Cara Nelida,
Oggi ho chiesto a mio padre: adesso che sono grande, spiegami quello che non mi hai spiegato da bambina, o che io non ho capito : che giorno era quando l'esercito slavo, alla fine della guerra, ha occupato la città di Pola ?. Mio padre mi ha guardato in silenzio, la sua espressione ha perso la serenità, gli occhi si sono oscurati... pensavo che non volesse parlare, poi invece ha iniziato: “sono arrivati :avevano ciabatte invece che le scarpe, trascinavano i piedi anziché sollevarli, chissà saranno stati stanchi. Venivano dalla Bosnia, dal Montenegro, si erano imposte marce forzate per occupare tutto il possibile prima degli americani... ebbi paura e decisi di tornare a casa: perchè vidi, insieme a loro, quelli che da sempre sapevo essere le spie, quel tipo di croati che sotto il fascismo erano sttai zitti senza protestare e nel frattempo andavano compilando le liste di coloro contro i quali vendicarsi. E tra questi c'erano si i funzionari fascisti, ma anche semplici impiegati del Comune, o commercianti. La colpa l'unica colpa era quella di essere Italiani, - e infatti subito dopo cominciarono: venivano di notte e prelevavano la gente. Ogni luogo, ogni casa aveva la sua vittima: ogniuno ha sentito, una notte o l'altra dei quarantacinque giorni di occupazione jugoslava, i colpi di quelli alla porta di quelli che bussavano per portare via qualcuno, e i pianti delle donne.




Cara Nelida,
Io nata a Pola in Istria. Alla nascita, una condizione borghese quasi felice. Poi la guerra, la fine della guerra, il Trattato di pace. E l'esodo. Insieme a trecentocinquantamila di cui si sono perse in larga misure le tracce, mentre il loro mobili, le stoviglie gli album di fotografie con la storia della loro vita e le innocenti scommesse fallite sul futuro, rimanevano a marcire nei silos a Trieste...  

sabato 10 novembre 2012

Dialogoi davanti ad una bottiglia di vino da due euro e cinquanta.

Per anni ho combattuto contro le mie paure: contro mio padre a cui non volevo assomigliare, contro l'insicurezza e contro Dio che mi aveva dato un destino limitato. Nel farlo ho costruito un mondo fatto di cose a metà. 
Un mondo pieno di Piccoli oggetti insignificanti per gli altri, che sono state le mie certezze. me l'hanno tolte. 
Ho preso l' abitudine che puoi solo fare 
ciò che sei davvero. 
Ogni volta che ho alzato gli occhi al cielo e ho pensato di avercela fatta, il destino mi ha premiato con una caduta. Ed ogni caduta è stata sempre più forte sempre più profonda sempre più lunga. 
Fin quando mi sono concentrato sulle mie paure i problemi le difficoltà non hanno fatto che ripetersi ciclicamente e in maniera sempre più veloce. 
La sequenza è questa: Paura, vs. coraggio, (prima azione trova il coraggio)  Risoluzione del problema (con innumerevoli tentativi di sviare, assolutamente deleteri e inutili), Pausa, tampone (cioè risoluzione parziale)   Superbia (hai visto quanto sono figo?),  (ri)Caduta. 
Ad ogni sfida risolta se ne presentava una più complessa e sempre senza uscita. Ho iniziato a togliere, l'io prima di tutto. L'io non ha senso pratico. 
Ma la sequenza continuava. 
Qual'è la strada allora ?. " togliere l'inutile ". 
Un caro amico che questo lo fa di mestiere, se la prese a ridere e mi mandò a spaccare la legna disse "è meglio". fatto. Diventato nulla, su di una montagna al freddo, ho scoperto il significato di quelle piccole cose, di quegli oggetti insignificanti, di quelle stupidaggini a cui ero affezionato. 
Consigli a caso : 
"Stai sereno" sempre, "guarda che è la cosa più difficile del pianeta". 
Sto sempre ordinato, ma contrasta con la mia indole che è invece caotica e veloce, che pretende di seguire l'istinto e di fare cambi repentini. di ottenere il risultato con il metodo edonistico. 
"Non hai pazienza".
No, non ne ho. Sono diventato grande mentre aspettavo. 
"Hai troppa rabbia". 
Scusa Tu al posto mio non saresti incazzata ?.
"Ti sembro incazzata ? ". 
No certo ma ti fai quattro canne al giorno e stai pensando a rinchiuderti in un monastero. 
L'ultima domanda che mi fanno è "cosa cerco" ... 
Mi sento come il capitano delle linea d'ombra. ma quello è un libro adolescenziale. 
Non trovo un senso alle cose. 
Ho aperto il cuore e la mente alle emozioni, ma è stato un bagno di sangue. sono diventato vulnerabile e non ci ero abituato, però è fighissimo. mi lascio aperto ai sentimenti ed è straordinario meglio della droga o dell'alcool una vertigine di sensazioni, fino alla pelle. gigantesco. pericoloso ma gigantesco.     
Vorrei ... ecco dove sbagli "vorrei" ... 
Sta bene, Io non vorrei. 
Io come tutti ho bisogno di.    
Di cosa ? 
Di essere uomo, padre, amante e leader. 
"Ma lo sei"  
Andrea fai presto tu a dire  
Ti rispondo "Lo sono ma solo a metà". 
Perchè le cose belle finiscono e hanno sempre un conto da pagare. e io i conti non riesco a pagarli. 
Cosa hai scoperto di te    
Che mi piace la gente, tutta, è meravigliosa, cattiva,  ma meravigliosa. 
Ho trovato sorrisi e cuore nella spazzatura. 
Che in fondo la vita non è cosa fai, non è cosa porti o cosa possiedi, li non si nasconde la felicità.
Io almeno non l'ho trovata. 
Cosa vuoi. 
Il suo abbraccio. 
Giocare a pallone con Nicolino.
Scopare la mattina presto e farmi graffiare la schiena. 
Fare il sapone con l'olio di oliva. 
Raccontare storie.
Non è tanto. 
"Già lo penso anch'io".
che facciamo allora 
Andiamocelo a prendere ... 
Mi sa tanto che ci riesce stavolta.