domenica 31 luglio 2011

lavoratore socialmente inutile


La prima sorsata di birra

E' l'unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un abbondanza sprecata. L'ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire una parvenza di potere... Ma la prima sorsata ! Comincia ben prima di averla inghiottita. Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato una beatitudine velata di amarezza.
Come sembra lunga, la prima sorsata.
La beviamo subito, con avidità falsamente istintiva. Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, né troppa ne troppa poca che è l'avvio ideale; il benessere immediato sottolineato da un sospiro uno schioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente; la sensazione ingannevole di un piacere che sboccia all'infinito...intanto, già lo sappiamo. Abbiamo preso il meglio. Riappoggiamo il bicchiere, lo allontaniamo un po' sul sottobicchiere di materiale assorbente. Assaporiamo il colore, finto miele, sole freddo,. Con tutto un rituale di circospezione e di attesa, vorremmo dominare il miracolo appena avvenuto e già svanito. Ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più. Ci piacerebbe conservare il segreto dell'oro puro racchiuderlo in formule. Invece davanti al tavolino bianco chiazzato dal sole, l' alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempre più birra con sempre meno gioia.
È un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata.       


Philippe Delerm 

giovedì 28 luglio 2011

lasciami in pace bullo


un buco di casa per solo


"come un smart" foto di Salvo


Tibur Zero e il Costume _ care c'i era stato l'incendio.

Ufficio informazioni stazione Tiburtina. (oramai Tiburtona)
Io : Scusi
Lei: Prego
Senta, lunedì non ho potuto prendere il treno
E' già, succede
Non per mia volontà, non è partito. Allora, vorrei far riemettere il biglietto perché cosi ...
Non qua.. 
Certo, bene, scusi dove è ...
A Staaaazione Teerrrmiini
Sa invece, se domenica i treni sono regolari ?
Non si può sapere, chi lo sa ? 
Chieda a Stazione Terrrrrrmini.
E i treni per ? 
Sempre Stazione Termini
Non facevate prima a mettere un cartello con scritto Stazione Terrrrrmiiiniii a 5 chilometri ?
E io che ci faccio qua ?
Sarebbe stata la domanda successiva … Grazie

Stazione Termini : se normalmente è un girone dantesco, dove chi odia le puzze, botte, guardie e ladri, "che c'hai un euro che devo ricarica il telefonino" ? - e la benzina che fine ha fatto -. Oggi dopo l'incendio della stazione Tiburtina (Tibur Zero) è veramente una bolgia. Costumi da bagno, una macchinina della Polferr elettrica suona il clacson ad un cieco col cane; comitive di somali sdraiati. Di tutto e di più, sessanta ristoranti, venti caffetterie, puzza di fogna dovuta all'allagamento di ieri sera. Fuoco e acqua.
Principi universali che mandano in tilt Roma. Treni fermi a Orte. 
Cartelli vari, uno dice prima classe in coda (ma non se parte). 
Ritardo: La voce dice: - "contrariamente a quanto annunciato il treno 22452 proveniente da.... è previsto ritardo di 2 ore anziché 1 ora; 
Un gruppo di americani bivacca chissà da quando davanti alle biglietterie. 
La coda sembra infinita, ufficio prima classe, treni speciali, varie ed eventuali, biglietteria. Forse rinuncio a dieci euro torno a casa. 
Faccio un tentativo: entro nel costumer-care porgo il biglietto.
Parte una serie di … : "Deve riempire il modulo - Ma perché non l'ha fatto subito - eccezionalmente - ahhh, ecco, entro 48 ore - faccia reclamo - ma il treno c'è stato alle 10 e trenta; ah già, è emesso alle 11,00 – Aattenda - Riempia qui - Attenda un attimo. - Aspetti che devo chiedere ? - Forse - Forse - Tenti alla biglietteria".
E io ?, non avevo detto ancora nulla.
Esco e mi metto in fila nel primo girone dell'inferno tra gli ignavi … 


Si avvicina un tizio:
Salve
Salve - guardo il cartellino con scritto FS mi rassereno -
Sa mica qual'è la fila per questo ?
Fah vèede. - Guarda bene il biglietto e già
io attendo il vaticinio -
Séhee o devi... o voj rifà ?
Accenno di si - cala la tensione - I du treni successivi non sò partitii l'ho timbrato, so salito, stavo sopra poi l'hanno soppresso e c'hanno lasciato a piedi, mo torno da Perugia e sti du scudi non so proprio ciccioli del cane.
Aspe' – prende il biglietto scarabocchia sopra “non validato riemesso”
il collega lo guarda – A' zi ma c'hai il timbro ? -
See m'ho so' preso ....
Timbra sorride me lo rida
Grazie zi 

Grazie di esistere altro che sti scostumare care der cazzo.

giovedì 21 luglio 2011

cerco casa.....

Insomma fa un po schifo è una stanza e cucina, in dieci metri quadri. 
- Quanto chiede signora ?
- Ottantamila euro, o cinquecento al mese.  
- Ma sono solo 12 metri quadri, se apre la porta sbatte col frigo, se starnutisce si apre l'armadio e batte la testa sulla doccia ....
- E che ci vuole fare sa con tutti questi emigranti, i prezzi sono saliti, è colpa dell'euro. 
- Ma è un ex lavatoio non ha neanche l'abitabilità 
- Coi studenti ci tira su il suo bel 500 euro al mese e di questi tempi.
- Signora ma lei ha un accento strano di dove è 
- (scocciata) di Roma 
- No mi scusi, negli anni 60 Roma contava si e no 200.000 persone, lei non era tra queste.  
- La mia famiglia viene da 
- andiamo meglio, esattamente di dove siete 
- Originari di P....lullo. vicino Ascoli Piceno 
- Le faccio una seconda domanda signora : Caio Mario era ancora vivo?
- Chi ? 
- Lei per caso ha idea di quanto danno in un call center per 10 ore di lavoro in un mese ? quanto guadagna un laureato oggi in Italia. 
- Che c'entra
- lo sa che se torna ad Ascoli Piceno probabilmente finiamo di pagare i ticket ?
- Che c'entra 
- Per come la vedo io Caio Mario non era neanche cittadino Romano 
- che c'entra 
- Lei lo sa che non è una casa ma un illecito edilizio, questo è un ex lavatoio. 
- si ma è stato condonato.  
- Ma i soldi dell'affitto li prende al nero 
- Che c'entra  
- Signora le posso dire una ultima cosa ?
- Prego 
- Ma non prova vergogna, proprio mai? 

domenica 3 luglio 2011

Piersugo Ughi N° 6 Spaghetti al Burro e Formaggio

Scheda: Piersugo Ughi chef di fama internazionale autore di “ entrecotte e scaloppine saltate” best seller 2006, chef de “ ar magnaccia”, docente del corso di apparecchiature francesi alla Gordon Blu . Troppe volte abbiamo visto in televisione quelle pietanze complesse, difficili che molti si chiedono “riuscirei mai a farle ?”, Bene da oggi seguendo queste brevi note di cucina base saprete ben presto servire una lauta cena ai vostri amici senza tremare. La lezione di oggi è “come si prepara uno spaghetto al burro”.
Lo spaghetto nella storia: l’uomo vive grazie allo spaghetto al burro, fu Han Tze nell'ottavo secolo avanti Cristo a redarre la prima ricetta dello spaghetto. Uhan a katakei sushuni ami tar ne su ta hoh nessa ti un ka cerv uitan  bu bu –  più o meno ;
Scoperto probabilmente nella preistoria, lo spaghetto lascia agli storici una domanda fondamentale si mette il sale nell'acqua prima o durante la bollitura ?”
Per fare una buon spaghetto servono: il fuoco, acqua, un boiler, una casseruola, una serpentina per distillatori, una pinza, un coltello di ceramica, uno straccio, una mucca rossa o emiliana, una centrifuga in legno,  un pentolino, canovacci di cotone spesso o lino, una pala, un piccone, una trapano con punte varie, un carburatore del 12, una cinta di trasmissione, una batteria, un catino, un fucile di precisione, munizioni, venticinque litri di latte una mungitrice, una paletta e un secchio per l'immondizia, sale qb, oppure una carta di credito valida.    
Prendete un mezzo di locomozione andate al mercato e comprate un chilo di spaghetti. Un panetto di burro e 300 grammi di formaggio grattato.  
Salvo non vogliate usare mezzi più consoni e meno impattanti per l'ambiente.
Prendete allora una falce fenaglia recatevi su di un campo e tagliate circa seicento metri quadri di grano. Fate asciugare le piante al sole. Realizzate dei mazzi battete quelli e raccogliete le semenze e mettetele in un sacco di juta lino o cotone. I mazzi conservateli per portarli alla mucca. Quindi recatevi in Emilia. Valicate le colline recatevi in alpeggio e cercate una mucca Podalica o una Rossa. Trovatala abbattete col fucile di precisione il pastore. Se possibile usate un silenziatore per non spaventare la mucca. Datele da mangiare erba fresca qualche fiore di montagna e un po del vostra grano tagliato . Attendete con lei il mattino. Magari nel frattempo potreste schiacciare le semenze del grano fino a renderle polverose e farinose. La mattina di buon ora con lo sgabello mono zampa e il catino ( o la mungitrice) facendo molta attenzione mungetela.  Una buona mucca vi darà circa trenta quaranta litri di latte. Il colore sarà simile al colostro vagamente giallognolo. Finita l'operazione ringraziatela col fieno e datele un paio di carezze poi lasciatela in pace. Ora costruite una centrifuga. Prendete il motore collegatelo con la cinta e ad una batteria, freddate il latte e sbattetelo facendo versare la parte liquida lentamente conservando invece la panna e il burro a parte, un po di sale potrebbe essere aggiunto. A questo punto seppellite il pastore, lasciate il grano avanzato e le scorie. Portate via due tre chili di burro e un paio di chili di farina. Andate a Fara san Martino e procuratevi una damigiana d'acqua. Tornati a casa sulla spianatoia posate circa un chilogrammo di farina aggiungete un pizzico di sale e acqua muovete velocemente le mani lavorate l'impasto sino ad ottenete un chilogrammo circa di spaghetti. Asciugateli lentamente. Se non avete un asciugatore coi trafilati in bronzo , potete accontentarvi e usare un phon. Fate bollire l'acqua per la pasta, aggiungete il sale grosso, (che avete già dalla ricetta2) non raffinato, mettete il burro (a piacere delle spezie pepe, sale, salvia) in una padella e usatela come coperchio all'acqua in ebollizione. Quando il burro si è sciolto (non chiarificatelo per carità) aggiungete un paio di cucchiai di acqua di cottura e il formaggio
grattato, spaghetti al dente. Saltate e servite gridando c'è l'ho fatta.
Potete accompagnare con dell'ottimo succo di pera freddo.