sabato 18 aprile 2015

Once Upon Time.... il compleanno di Salvo



Nani da giardino, Ballerine zoppe e Carrelli soli.


Qualche tempo fa …. Roma, di notte. Estate, agosto, in un agosto caldo umido appiccicaticcio, quel sapore di sudore e catrame. Nel buio quasi nero da semi periferia, non da periferia estrema vera e propria di quelle con i neon gialli sparati e le immondizie abbandonate sui lati della strada. In , semi periferia: cioè quel non luogo, con quel risparmio di luce comunale e condominiale dedicato ai quartieri dormitorio, agli alienanti cubi cementificati in costruzioni anonime a basso costo, simili nel mondo da Paris22 ai paesi balcanici, da città del Messico a Bangalore, tutte le grandi città. Quei luoghi dove chi andava a cercar fortuna negli anni 60' poi costruiva il suo futuro pensionistico. Oggi un luogo qualunque per le famiglie monoreddito e per gli immigrati di qualsiasi paese ed età. Quartieri dormitorio, costruiti per gli operai e gli impiegati negli anni del boom e della vergogna contadina, ceduti oggi ai semiprofessionisti ai turnisti informatici ai 40enni bamboccioni e famiglia al seguito con prezzi sino a tre volte una qualsiasi logica. Poco e male illuminati, coi neon e le lampade a basso consumo che tremano come i soldati al fronte e le lampadine che indicano meglio le madonnine e i padre Pio che un portone. Una illuminazione sufficiente per capirci a non cozzare contro di un camion parcheggiato in seconda fila, ma non bastevole ad evitare le defecazioni masmatiche dei cani alimentati a scatolette. Mi aggiravo in questo ambiente, nella scala delle difficoltà umane un livello 3 su 5, cercando un contenitore del vetro, uno di quei cosi a campana blu, dove avrei voluto gettare un cartone di bottiglie vuote stappate al compleanno di Salvo per la celebrazione del suo compleanno. “Mi fai una cortesia?” - certo... Vagavo così dunque con la navigazione a vista, tentoni, procedendo piuttosto lentamente verso il mio obbiettivo, l'apposito contenitore differenziato. L'indicazione datami, “in fondo a sinistra” non era stata propriamente chiara, a sinistra ok ma di quanto e rispetto a cosa?. Arrivo comunque, dopo lungo e difficoltoso vagare a spirale, a sinistra rispetto a una qualunque cosa, sino all'agognato e quanto mai desiderato cassonetto. Trovatolo, con non poca soddisfazione guardo le etichette delle bottiglie svuotate nel baccanale, mentre le infilo nell'impervio buco ringraziando mentalmente e in ordine : Dio, le vigne tutte, il contadino che le ha curate, chi le ha prodotte, infine l'ospite che le ha stappate, e secondo l'usanza georgiana della Supra  la madonna che mi riporterà a casa sano e salvo. Ecco, che l'occhio mi cade su qualcosa di anomalo. Non è il solito armadio sei ante, quattro stagioni in truciolato e colla di pesce in attesa che un magnanimo spazzino riesca a portarlo via, verso il cimitero delle cose non riciclabili ma un a cosa inaspettata: un carrello della spesa, con allegata catena ed euro incastrato a mo di cauzione. Che fai qui ? Sei scappato ?. Non era la prima volta che li vedevo, non sarebbe stata l'ultima, ma quella volta rimasi sorpreso.



Mi è venuta in mente la storia dei nani da giardino. Come alcuni di voi sanno già esiste un fantomatico gruppo di buontemponi dedito a trafugare nani da giardino per poi liberarli nei boschi. Tipico nonsense goliardico, il gruppo ha anche un sito web, una pagina facebook, un articolo del Corriere della sera e un servizio di Rai3 che ne documenta le azioni andate a buon fine. Accoglie così nuovi adepti. Di chiara matrice misogina il gruppo non ruba mai Biancaneve ma solo nani. A me sono comunque simpatici, come tutte le goliardie che non nuocciono a nessuno. Cosa fa invece un carrello lontano da quaunque cosa, ma soprattutto da un supermercato? Poco o niente è fermo, silezioso e immobile, ma immobile com'è venuto qui ?. Fuori dal suo contesto un carrello è un mero attrezzo meccanico, una griglia metallica a scatola rialzata dal suolo, con quattro ruote girevoli, di cui due frenabili,un contenitore apribile con sedile per bambini piccoli, un vano per le monete, un pezzo di catena, e il marchio, che ci ricorda che è di proprietà di qualcun'altro, stampato a paraffina e vernice sopra il manico. È scappato ? È un transfugo, un extracomunitario, un ribelle, o cosa?. 
Non so, è ? Sono curioso vederlo qui. 

Una luce mi dirada i fumi dell'alcool, se c'è riuscito lui posso riuscirci anch'io, posso togliermi questa catena e io non devo aspettare che qualcuno mi spinga, ho il pollice verso e posso generarmi cose, utensili, e vivere senza essere nutrito a euro nella schiena... una voce interiore mi chiede "ma io sono libero ?".  



Da allora ho iniziato a osservare con maggiore attenzione il fenomeno dei carrelli abbandonati. E dove riesco anche a documentarli. Li ho visti a Roma in via della Giuliana al mercato dei fiori, all'Esquilino alla fermata dell'autobus, a Todi al quarto piano di un palazzo che sembrava disegnato da Escher, nella campagna Sabina, ben che abbandonato ferito mancante di una ruota; cappottato come nei racconti di Kafka ad una pompa di benzina sulla autostrada del sole. Ho visto barboni portarci tutte le loro cose, degli zingarelli portarci altri bambini, usarlo come Bob senza freni. Ho visto spingerlo da una donna vestita da infermiera sotto la pioggia in un incrocio a tre semafori. L'ho visto fuori di una scuola media, sulle scale dell'intendenza di finanza, nei corridoi di un tribunale e altri posti ancora.

Un vero e proprio esercito di carrelli si aggira per le città e le campagne, si muove con fare furtivo, rimanendo anonimo, inosservato compie gesti umanitari, prestandosi a compiti diversi da quelli previsti dagli schiavisti che lo hanno forgiato.


Un inconsapevole quanto nutrito movimento di liberazione dei carrelli affrancati dalle catene, si muove libero nei parcheggi, senza più legami col branco degli altri carrelli che li trattenevano nella Grande Fila. Chi li libera ottiene un effetto insperato, torna a usare il carrello per quello che è una scatola metallica su ruote, non il posto dove inserire quantità industriali di prodotti in offerta nel Mall di tutto ciò che riesci a comprare. 

E se i carrelli intanto si organizzassero ? 


Pensate ad una internazionale di carrelli una Marcia su Roma di carrelli spinti da ragazzini. Immaginate un mondo migliore dove uomini e carrelli godono delle stesse libertà …





questo può valere anche per i nani da giardino.