domenica 5 giugno 2011

Altane frutta e verdure


Entriamo cosi nel grande Antro delle verdure, belle o quasi. Illuminate male con quella saturazione che davano le vecchie cassette Secam, luce francese anni '80, tutto  rigorosamente in giallo verde, come solo con neon a basso costo si può fare; in questo carnevale di banchi da finto mercato rionale, che è talmente moderno che è più vicino al Moma che non alla campagna, si scorge: alla destra verdure Bio, tecnicamente prodotte da Gaja, cioè dalla Terra. Però imbustate, fatte per la Nestlè o per la Unilever, in appezzamenti di 1500 ettari minimo, utilizzando mano d'opera illegale, concimate con gli elicotteri, mono semi rigorosamente Monsanto, imbustate in plastica, ma in cassettine di legno finto riciclate. Se come credo è legno riciclato cioè pasta di legno sbiancata a ipoclorito di sodio (varechina) e incollato (con acetilene più benzene derivato dal mais, più metanolo come mordente e colorante a base fosfati) sarà Bio comunque?. La risposta è si, la normativa europea è piuttosto a trama larga.

Vicino, trovasi frutta secca, verdura in scatola, salse francesi, maionesi bretoni, preparati a base varia tra cui farro, orzo, fagioli secchi, lenticchie di Favignana e Castelluccio di Norcia. Alla sinistra in un accastamento da mercato generale patate rosse bianche e gialle, con selenio e senza, ma di: ovunque, ovviamente Avezzano e Romagna, Umbria Colfiorito primeggiano. Ma quante patate producono ? Sia Colefiorito che Avezzano, sonno state rase al suolo dal terremoto le patate sono terremotate ? Comunque, melanzane olandesi, cipolle di Tropea, Sud Africa e Cina, aglio palermitano e senegalese, broccoli romani (solo nel nome quelli per l'arzilla per capirsi) peperoni zucchine, tutti insieme sempre indipendentemente dalla stagione e dal giorno dell'anno. Finocchi, pommidori (tutti pachino) porro, etc. Al centro campeggiano due oggetti che hanno la loro bella presenza, sembrano delle altane. Sono un dispensatore di guanti e buste di plastica, di misura sei metri per tre, piccole non ne ho mai viste sarebbero poco super e soprattutto non smaltirebbero i derivati del petrolio; ed una bilancia elettronica stampatrice con molti numeri e anche qualche figura. Nelle poche volte che ne ho fatto uso, ho dovuto rammentare tutte le cognizioni di logica matematica e filosofia delle medie superiori, che il mio insegnante ha tentato di trasmettermi. Rammento che raccontava di essere stato allievo di Caccioppoli a Napoli negli anni '60. e di non essere riuscito a superare l'esame perché non riusciva in una esercizio. Doveva esprimere in termini matematici come si prepara un piatto di spaghetti. Tipo si prenda una pentola, la si pone nel lavandino, si riempie di acqua un litro ogni 100 grammi di spaghetti, si accende la fiamma del gas, si pone sopra la pentola con l' acqua, si pone sopra il coperchio, etc.. gli veniva fuori raccontava sempre senza qualche passaggio infinitesimale. Superficiale quindi illogica, non matematica. Anche io come il mio professore, che poi evidentemente l'esame l'aveva superato, mi trovo a saltare qualche passaggio... attacco ad esempio l'adesivo sulla mela, sul cetriolo, ovvero ricorro al guanto di plastica solo alla fine e non trovo niente di meglio che gettarlo nel mega bidone della spazzatura, - superbidone sarebbe più corretto -, oppure dimentico il numero. Ogni prodotto ha il suo cartellino identificativo del nome e del numero, ad esempio il tre è la cipolla fresca a mazzetti, il quattro la rossa di Cannara, il cinque le gialle comuni cilene, il sette non lo so, l'otto si le zucchine toscane. Quindi prendi la tua zucchina, poi prendo la busta, poi torno indietro e scusandomi coll'addetto “Ciao sono Paolo”, che mi rimprovera perché: -”il guanto è obbligatorio, scusi non è per me, ma sa l'ufficio d'igiene...” io lo sapevo per cui: - “mi scusi, ...- intanto penso – ma quelli dell'ufficio d'igiene che pensano che si raccolgano e vengano disposte le mele col guanto sterile, e i camionisti ? , sono scemi se pensano che io le prendo e le mordo così, ma tutelano me o i produttori di plastica ?. Bisogna rispettare le regole sociali di convivenza ma non si può farsi prendere per il c..o così di continuo. Intanto prendo il guanto. Arrivo quindi alla bilancia con le zucchine, un guanto in mano, e una busta. Infilo le zucchine nella busta... incontro l'ottuagenaria del quinto piano la quale, imbarazzata quanto me, ma soprattutto sopravvalutando la mia cultura, mi chiede: -“mi scusi sa qual'è il numero della lattuga?”-. In un raro quanto mai inutile proposito di buona azione giornaliera, le rispondo con fare sorridente: “aspetti signora vado a vedere” - torno indietro guardo la numerazione della lattuga, torno rapido dalla vicina e dico: - “è il 24!” - lei mette la lattuga sulla bilancia anche lei senza busta... vado a prenderle la busta. Torno col guanto da buttare. Imbusto schiaccio il 24, esce l'etichetta, la guardo “fiori di zucchina euro 21”, mi scusi : - aspetti ho sbagliato ” - Lei mi guarda neanche fosse Caccioppoli. “Ecco era il 74”. Tento di difendermi con una scusa: “ma chi li scrive sti cartelli?”. È stato “ciao Paolo”, mi ha sentito ed è piuttosto scocciato, prende la signora per mano, l'aiuta a fare la spesa. Tutti e due mi guardano neanche fossi Jago di Otello. Quando finiscono la signora saluta “ciao Paolo” non me a me continuerà a buttare la spazzatura dal balcone del quinto piano. Finalmente solo peso le mie due zucchine (senza guanto) e le tre mele per la salsa del vitello, ma il numero è … il cinque, schiaccio con vaga preoccupazione, controllo lo scontrino : mele renette 2 euro e cocci. E' giusto … è il mio.  

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