sabato 5 ottobre 2013

Ufficio complicazioni burocratiche e altre amenità III

Ufficio di collocamento, 
ovvero l'Agenzia per il lavoro, o come si chiama.

Smista nel suo complesso, una parte delle operazioni burocratiche quanto irrisolvibili: cercare il lavoro. Opera a cui si dedica il 40% degli italiani in questo momento. Cioè il 70%  escludendo dal conto quelli che sono i pensionati i portatori differenti di capacità o differentemente abili, i figli di papà e i sovvenzionati al nero.
Siamo solo all'inizio.
"Munisciti di pazienza e di pace nel tuo cuore", ho sognato il furetto di Kung_ fu- Panda stanotte un presagio. Quindi mi sveglio presto pregno di buoni propositi, lascio a casa l' AK_47 e la Katana questa mattina.
Prendo invece un libro sullo Zen, sono certo che potrà aiutarmi.

Credo che nessuno andando all'ufficio di collocamento (o come si chiama oggi) abbia mai sinceramente pensato anche lontanamente, nemmeno per una frazione di secondo, alla sua utilità funzionale, allo scopo per cui è nato, cioè a fornirti la possibilità, un informazione, una conoscenza "Sapere dove cercano un lavoratore inoccupato". Ma, senza questa iscrizione assolutamente inutile al fine proprio, non puoi avere una serie di altri documenti che invece ti possono realmente agevolare nella vita pratica.

Partenza attorno alle ore 7 e 30, di un giorno di autunno Venerdi.
L'arrivo tramite metropolitana altezza Cinecittà è piuttosto difficile.

Il fatto di essere già stato iscritto in altri ufficio provinciali Alla Tiburtina e a Montesacro (nel 1989)  è irrilevante. al cambio di residenza bisogna riniziare tutto daccapo. Provenendo da Perugia risulto emigrato. Il bacino di utenza di Cinecittà è di circa 1milione e mezzo di utenti. Solo Mr B nella sua massima idoliatria avrebbe potuto pensare di risolvere e promettere tutti questi posti di lavoro. 

Mi accoglie: ore 9,00 circa, entro facendo na respirazione profonda nel locale di circa trecento cinquanta metri quadri con 250 300 persone sedute. 
Al desk prendo il modulo, ma non serve, devo prendere un bigliettino numerico facendo la prima fila ad uno dei cinque sportelli informazioni, che preciso informazioni non ne danno, ma consegnano i numeri e basta.

Dall'altro capo della sala stanno sedute tre persone: Una guardia giurata armata, che mi hanno spiegato serve perché ogni tre giorni c'è una rissa. Un diversamente abile che funge da traduttore per i sordomuti. Una signora che funge da contatore elettronico (come dicevo ieri l'altro, l'ufficio serve a creare posti di lavoro) La signora legge numeri, 110 c'è 111 stanza 10, il 112 pure.

Arriva e passa davanti a me di tutto. L'incredibile eterogeneità dei personaggi meriterebbe un servizio del National Geographic, e un paio di racconti di Pasolini. Se non lo vedete non capireste.

Un mondo intero nazionalità e facce bellissime situazioni di ogni tipo e ovviamente impiegati del comune che fanno dello sgarbo e della sciatteria la loro manifestazione principe.  Mi accomodo sono il 334 "avvoja" dice il vicino.

Apro la Repubblica, e il Corsera. Leggo in prestito l'oroscopo di Branko e il Calciomercato della Roma sull'altro corriere. Ci scambiamo con i vicini giornali e informazioni. Un po di qualunquismo, diversi chilogrammi di disgrazie, amici supereroi, cattiverie e pettegolezzi sulla signora dei numeri:

Qualcuno propone giochi di gruppo sciarada ? Ruba bandiera ? Nascondino ?
Alcuni Jiovini credono che il "Decreto del Fare" sia utile. Le risate si sprecano. 

In questo mondo si passa e "Bisogna avere fede nella raccomandazione, Nel sotterfugio, e una buona dose di Calci in culo" sentenzia un Esodato.
"Credo da parte Mia che una dose di Faccia a Culo e indomito ottimismo aiuti comunque a svangarla" sentenzio Io, Si chiudono questo inutili Dialogoi sul 299 il turno del vicino. 

Manca poco sto per entrare ...
Fine della terza puntata 
Dentro è un altra storia.  
          

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