lunedì 5 novembre 2012

Quello che so di me è, che volevo fare il ragioniere.

Quello che so di me è, che volevo fare il ragioniere.



Ho cominciato così studiando ragioneria e cercando di capire il bilancio dello Stato. 
La mia volontà, era quella di generarmi una occupazione serena, un vita parca e onesta. 
Ma, dopo vari tentativi, dopo l'ennesimo  litigio con il mio padrigno, scelsi quella che si sarebbe definita, nella visione di Andrea Pazienza "l'Avventura".

Mi arruolai volontario, in Marina, facendo quello che era a mio avviso il beau geste. 
Aspiravo a navigare a vedere il mondo, a combattere per la patria. 

Quando giurai in borghese, perché per un disguido burocratico non avevo ancora la divisa, 
fui serio. Rimasi in sospeso per un po' quasi quattro mesi nel nulla. Perché la Reale Marina e  la nave dove imbarcavo, mi dimenticarono. Non ho mai avuto difficoltà nell'apprendere per cui il corso da radarista a Taranto mi sembrò una passeggiata, a parte i dispetti dei sottufficiali, la truppa nel suo insieme si comporto bene, grazie al fatto che venivo a stare in compagnia di quella che chiamavano la Banda Bassotti (cinque sardi ed io), godendo della loro protezione, me la cavai molto bene. Oggi i ricordi sono confusi e vaghi. Ricordo che ho fatto tre anni tra Spezia e Taranto, sono stato negli Stati Uniti e ad  Instambul, a Tolosa ed Augusta, passando per mezzo Mediterraneo e un bel pezzo di Atlantico. 
Insomma alla fine niente male se non fosse stato per un paio di idioti d'ufficiali e un maresciallo forse sarei rimasto. 
Decisi comunque di fare qualcosa di più, andai all'università. Sempre ostacolato nel mio proposito dalle non rade lamentele familiari. Presi così a vivere a San Lorenzo un quartiere di  Roma, facendo ogni sorta di lavoretto possibile e immaginabile, fino a trovarmi in uno stato di vera confusione tra il giorno e la notte, Cercavo sempre denaro in ogni modo, mantenendomi gli studi che alla fine non portai più avanti avendo avuto l'occasione di un lavoro normale... 
Durò solo un attimo,  finì così presto che dopo tre mesi ero veramente a terra. 
Di nuovo ripartito mille mestieri e nessuno. Arrivai alla distribuzione,  e poi la produzione video. producendo a trent'anni addirittura un film in sala. 
Sembrava uno scherzo ma non lo è stato, in tre anni ci siamo riusciti. 

Comprai casa, creai una famiglia e la mia ex moglie mi diede un figlio.  Sembravo felice, sembrava che andasse tutto bene ... 

Così non era. 

Nel 2008 finiscono i fondi per quelli come noi. 
Non per tutti ma per quelli come me. 

Quelli che volevano fare i ragionieri e si sono ritrovati a fare lavori creativi, gli artisti, la regia, la produzione, la politica solo perché stavano li e "non stava bene". 
Il merito è una chimera per chi non ne ha. 
Io stavo la col mio 16%. di share, un caso 

Il mese scorso ho fatto delle foto, io che ho sempre preso in giro i fotografi, sopratutto oggi che ci sono le digitali, le ho fatte, ai lavoretti continuo a non dire mai no. 
Come dice Franz il mio amico triestino un ennesimo bagno di umiltà. 

Rispondo a Franz, la vita, la mia sopratutto, non è un caso, ne una coincidenza. 
Sento di essermela sudata, e tanto. 
Alla fine questo non basta. E' proprio difficile alzare la testa. 
Per questo mi sento di ringraziare chi mi è stato vicino ultimamente e mi ha permesso di sorridere, mio figlio, alcune amiche Roberta, Cecilia e Claudia soprattutto, e le amiche di sempre Fabiola e Stregatta. Gli amici non li cito perché sono troppi e potrebbero litigare tra loro essendo vanesi. 

Oggi come un anno fa si ricomincia daccapo, un periodo è finito, ma sono stato riempito da voi, e sono più ricco e più sereno. Rimango sempre costretto dalla vita a fare l'artista, ad arrampicarmi su per una salita, ma senza loro avrei mollato già da un bel po'. 
Un grazie di cuore a tutti. 
Perché questo solo so  fare, 
e dire che ero un cazzo di bravo ragioniere.     

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