giovedì 19 aprile 2012

Della biografia di Solo, ovvero “dove sei finito?”.


Interno giorno neon, supermercato in un punto imprecisato tra gli spazi vuoti tra le file.... 
Il mio obiettivo ora è di ritrovare il carrello. Ho le due buste di pistacchi in mano, dovrei rifare il percorso all'inverso. Ad occhio sono a nord ovest rispetto a dove l'ho lasciato e dove ho visto “Ciao Sono Paolo” l'ultima volta, se giro per 180 gradi e mi dirigo a sud però ripasso di nuovo le offerte speciali, e di questi tempi non è aria, meglio riflettere sul da farsi. Allora, ci sono ! "Eureka" non mi riesce di dirlo, comunque,  primo devo passare attraverso i formaggi, secondo passare oltre la carne in busta e infine  dalle parti degli elettrodomestici girare a sinistra, se vado per di la dovrei trovare un passaggio magari sino alle verdure dove avevo lasciato il  carrello, se riguardassi indietro tra i post ne sono convinto, ma non sono tecnologico, e il mio cellulare non è connesso, quindi andiamo per gradi, Formaggi, e avanti cosi . 


Nello stesso tempo, altrove nel supermercato vicino alle altane delle buste di plastica.  Voce off ….


"Che palle, certo al caldo qui si sta bene, e non sono neanche troppo carico se questo fesso mi lascia qua, poi chi li sente se stasera i caporali che mi incatenano mi trovano qua ?
Scusate, non mi sono presentato, Mi chiamo Solo o meglio UAN SOLO sarebbe come Han Solo di Guerre stellari, il comandante pirata interpretato da Harrison Ford, di cui i miei genitori erano fans, ma hanno confuso il nome con il cognome come nelle denunce dai carabinieri.
In realtà Solo non lo sono mai salvo in questo momento perché il fesso che mi spingeva si è perso. Vivo qua nel perimetro di un grande supermercato. Faccio il carrello, sono quindi un Peripatetico. accompagno e trasporto i beni della GDO per quelli che vengono qui a fare la spesa. Il grande mondo dell'abbondanza. Trasporto merci, oggetti, desideri, bambini. Sono robusto e nel mio mestiere piuttosto bravo, dipendo da quelli che mi spingono. Le mie ruote sono ben salde e non sbando quasi mai. Durante la notte vivo incatenato con i miei compagni di sventura, nella lunga fila fuori al supermercato, dormo all'addiaccio. Spesso di notte con i compagni discutiamo del da farsi di come fuggire da qui, se andare in giro per la città o a cercare i produttori Bio, di vedere le mucche blu e viola, e di prendersi una giornata di libertà. Visitare il mondo. Ma le catene ce lo impediscono, noi si fantastica. Basterebbe poco un cacciavite o una moneta e un poco di coraggio. Durante il giorno la tensione aumenta, con una moneta un bipede ci affranca dalla schiavitù e ci conduce in giro nel grande supermercato, io sono felice gli racconto di Paolo e di Maria di Tarek e Stefania, dei cestelli e di quel tosaerba che sta li da un paio di anni... a che serve a Roma un tosaerba?
Cerco di stare attento solo a non finire contro i miei compagni agli incroci certa gente non sa guidare. Ci casco ogni volta alle casse la speranza si accende portami via con te portami lontano il dolce naufragar m'è dolce in questo mare, fammi vedere Recanati, Trieste, il Colosseo. Ma arrivati alla macchina del nostro padrone a noleggio veniamo lasciati agli aguzzini della moneta, la delusione e grande, questi caporali della schiavitù ci restituiscono alla catena. Mi hanno raccontato di alcuni compagni andati via, verso fuori, ma nessuno di loro è tornato a raccontarci com'è spesso fantastichiamo e ho sentito racconti incredibili. Non so se crederci. 
Una di queste storie però mi ha colpito in maniera particolare, nell'antichità durante il periodo dell'impero Romano un gruppo di sessantamila carrelli, li chiamavano schiavi all'epoca, penso derivi dal latino, osò ribellarsi all'impero. Servirono due legioni e due consolati per sconfiggere le armate dei liberi. Il racconto proseguiva con le motivazioni che condussero alla sconfitta dei carrelli liberati, una masnada di poveracci equipaggiati alla meno peggio, con le ruote mal fissate, con la ruggine nelle ossa, con le buste di plastica nel cestello. Trovarono il porto di Brindisi bloccato , affrontarono scoraggiati e senza coraggio la battaglia contro le ben organizzate legioni romane. Quel che rimaneva della masnada fu crocefisso per tutta la lunghezza della via Appia, ma il loro capo Spartaco non fu trovato mai. Gli americani che sono un popolo libero, dicono, con vero spirito democratico ne trassero un film, un loro presidente Lincoln, rese liberi gli uomini di pelle scura. Ma la schiavitù dura ancora, anche in altre forme, e di quei liberi rimane solo il mito. Ma io non chiedo tanto, mi piacerebbe vedere il Colosseo, via Veneto e magari andare al cinema a vedere il film. O viaggiare fino in America dove i carrelli vivono liberi senza catene nella prateria. Il mio lavoro mi sta bene mi danno un euro ogni viaggio, guadagno quanto un operaio medio cinese, e li do volentieri al caporale che mi rimette a posto in fondo spesso dorme con noi, è schiavo anche lui. Vorrei solo viaggiare.
I miei compagni invece sono dei rivoluzionari sperano che gli Alleati ci vengano a liberare dalle nostre catene, e cantano “addio Lugano bella” o leggono Curzio Malaparte, io voglio solo andare sulla via Appia e lasciare un euro sotto la tomba di Spartacus.
Ah eccolo arriva ….                                  

Nessun commento:

Posta un commento