giovedì 11 aprile 2013

Capita : King Bibble 02 l'Addio.

Capita : 
capita alle volte di uscire dai normali sentieri. Quelli delle abitudini con cui si condivide gli orari le chiacchere. 

Capita di passare una mattina in un ufficio postale, e tracciare percorsi diversi.

 Ci si sente smarriti, io nel mio mondo mi sento sicuro, tranquillo. 


Invece cosi una mattina qualunque si possono incontrare  "gli altri". 

Esci dagli schemi di ceto, di dialettica, di società  e le cose si mischiano, i caratteri si esasperano  aumentano con il tedio della guasta macchina burocratica, il peggio si espande all'infinito. 


Capita cosi di vedere vecchie con maschera del taatro No e seno rifatto, in pelliccia sintetica e cane al braccio calzanti enormi occhiali Cavalli, impartire lezioni di stile ad una donna mussulmana elegante e sorridente, con tanto di dichiarazione sui beceri costumi dei paesi arabi dove confessa non è stata mai "si figuri" a vantaggio e vanto dei suoi modi da baldracca in pensione. O un vecchio e sporco individuo parlante ancora, dopo 60 anni di emigrazione, un dialetto talmente stretto da sembrare una lingua levantina,  vantarsi delle  proprietà acquisite a suon di abusi edilizi, lamentarsi della poca correttezza degli altri, che gli hanno impedito di fare l'ennesimo abuso. 

Capita di vedere un occupanti di case del tiburtino III vendere il diritto usurpato a dei poveri cristi. Spacconi romani, che insegnano a teeneager rasati con solchi a spirale il corretto uso dell'avvocato nelle truffe assicurative. capita di vedere due ubriachi, noti alle cronache, alle 11 e 30 di mattina lamentarsi delle poche possibilità di lavoro con l'indiano che ha passato la notte nel suo negozio di frutta e verdura aperto 24 ore su 24. 

Capita  di prendere un autobus e trovare  una mamma, sui trentacinque sorridente fiera del proprio cucciolo, dichiarare candidamente che sta andando a dare l'ultimo esame all'università, e pensare che una sola persona non cambia il mondo, ma un futuro migliore magari c'è.
          

giovedì 4 aprile 2013

il monologo di Matteo in Agosto


            In fondo un uomo non è poi tanto brutto! E dire che come uomo non sono una bellezza. Credimi, Daisy! Non farai anche tu questa pazzia! Torna indietro, Daisy! Non hai mangiato... Daisy, non lasciarmi! Me lo avevi promesso! Daisy! Daisy!... 

            Se n'è andata così, senza una parola...

            Non è il modo di fare! E adesso sono proprio solo. Ma non mi arrendo! Capito? Non mi arrendo! (guarda la testa di rinoceronte) . Non vi seguirò mai, non vi capisco! Resterò quello che sono...un essere umano. Un essere umano! Povera bambina abbandonata in questo mondo di mostri! Nessuno può aiutarmi a ritrovarla, nessuno, perché non c'è più nessuno! Nuovi barriti, corse sfrenate, nuvole di polvere. Non voglio sentirli Non c'è altra che tentare di convincerli... già, ma convincerli di che?

            E queste metamorfosi, saranno reversibili? Eh? Saranno reversibili? Per convincerli, bisognerebbe parlare con loro... 
            Ma per parlare, dovrei imparare la loro lingua... O forse loro impareranno la mia?... che lingua parlo, io? Qual è in realtà la mia lingua? È italiano, questo? Che cos'è poi l'italiano? Possiamo anche chiamarlo italiano, se vogliamo, tanto nessuno può contraddirmi: sono solo a parlare. E se, come diceva Daisy, fossero proprio loro ad aver ragione? Eppure un uomo non è brutto, un uomo non è brutto! Chissà mai a che cosa assomiglio... Fotografie! Ma chi sono tutti questi tipi?!
           No, non sono bello, non sono per niente bello! Sono loro che sono belli! Avevo torto! Ah, vorrei essere come loro!
           Non ho niente in testa, neanche un corno! Com'è brutta la mia fronte così piatta, liscia... ci vorrebbero un corno o due, così anche i miei tratti risalterebbero meglio...
            Chissà, forse spunteranno, e allora non mi sentirò più così umiliato, potrò andare a raggiungerli... Ma no... le corna non spuntano... Le mie mani sono sudate... che schifo! Chissà se diventeranno grosse, rugose... Ho la pelle tutta flaccida. Questo corpo così bianco e peloso! 


          Come vorrei avere una pelle ruvida, e quel magnifico colore verde scuro... come vorrei avere un nudo decente, senza peli, come il loro! (Ascolta i barriti) Il loro canto è attraente, forse un po' rauco, ma certo attraente! Se potessi anch'io cantare così! (Cerca di imitarli) Aah! aah! Brr! Brr! No, non è così! Proviamo più forte! Aah! aah! Brr! No, non è così! Non riesco a barrire! Urlo  soltanto! Aah! aah! Brr!... ma gli urli non sono barriti! 

            
            Come mi sento in colpa! Avrei dovuto seguirli quand'ero ancora in tempo! Troppo tardi, adesso! È finita, sono un mostro! Sono un mostro! Non diventerò mai più un rinoceronte, mai, mai, mai! Non posso più cambiare. Vorrei, ma non posso, non posso! E non posso più sopportarmi, mi faccio schifo, ho vergogna di me stesso! Come sono brutto!

Guai a colui che vuole conservare la sua originalità!

           

            E allora, tanto peggio! Mi difenderò contro tutti! La mia carabina, la mia carabina! Sono l'ultimo uomo, e lo resterò fino alla fine! Io non mi arrendo!  
            Non mi arrendo!

martedì 2 aprile 2013

Perchè mi innamoro dell'odore sbagliato ?


Perchè mi innamoro dell'odore sbagliato ? 

Ho una fissa particolare per gli odori.
Per questo credo mi sono appassionato al vino e al cibo.



Di cibo perchè è stato l'affetto che mi mancava. Non sono bulimico, ma nella cucina e nella vita reale  fare il pane, il brodo, il sugo, leggere di cucina seriamente sono state le poche attività che ho fatto con gioia e dedizione, che con alterne fortune mi hanno dato gloria e qualche soddisfazione. L'esperienza sensoriale è stata quindi una delle più grandi soddisfazioni della vita. Poter dire l'ho mangiato, grazie anche alla compagnia che avevo attorno è stata la mia fortuna. 


Ho cucinato anche per degli stronzi. Poi col tempo e l'esperienza ho deciso che non chiedevo più agli ospiti cosa volessero mangiare, così le mie amicizie e le pretese a tavola sono scemate. si sono ridotte a quelli come me onnivori e curiosi 

Oggi faccio solo cucina di casa, essenziale, semplice, lineare. Ada Boni è il mio classico.  Le cose sono andate migliorando. 

Parlavo di odori e su quelli torno.

Da bambino salivo nell'ascensore e sapevo esattamente chi c'era stato prima di me la signora del 5 piano e quel profumo di lavanda nei sacchetti, capivo anche dove era andata e probabilmente che cappotto avesse se quello con la pelliccia o quello di lana (con una piccola punta di Naftalina). Il sigaro del notaio che per quanto spento si sentiva ancora, Il cane del terzo piano se era accompagnato da Emiliano o da sua sorella. Quell'odore di dolce degli adolescenti. Mio padre. L'infermiera che andava a curare l'anziana del settimo. 

Mi manca l'odore di mia nonna che era di agrumi e spezie africane dolcissime. 

Un dolce mia nonna sembrava un dolce. 


Posso dire che mi innamoro degli odori con certezza quasi matematica.


Anna Maria sapeva di caldo sensuale e di frutta rossa, di fiori violacei e grano. Roberta di fichi e di sole, di uva moscata acerba e di pepe. Cecilia di pane fresco sudore e salsedine, macaja. Flavia di Barolo liquirizia e tabacco, sale e olio di oliva. Claudia di zenzero e cannella, di zafferano e spezie esotiche. Antonella di cioccolata, di lana al sole e di frutta fresca. 



In realtà è l'idea che abbiamo delle cose che ci fà sembrare tutto semplice. 

Odori, a quali corrispondono scenari ricordi, storie. Storie senza capo ne coda, impossibili e sbagliate, ma non ci si innamora di odore di carta e fotocopiatrici, ne di caserma, nafta e pulizie domestiche. non ci si innamora di acido citrico e coca cola. 


Allora le ricordo così  con dei profumi di pelle abbronzata, o bianca come la luna, more sanguigne, bionde, esotiche con sensualità e sandalo, castane e selvagge, tutte  riottose, tutte un po' stronze e per questo adorabili.  
La pochezza dei profumi che riesco a esprimere non restituisce la loro molteplicità e la loro complessità ma statene certi ogni qualvolta sento questi odori io so di chi sono, so prima di un attimo che mi innamorerò del profumo sbagliato. 
              

giovedì 28 marzo 2013

una certezza a Roma c'è il Bangadlesh vendi ombrello

E' cominciata male stamattina.
Una notte insonne, con la mia personale Reserche del non so cosa, rovinata da Bauman e dalla suo "Amore liquido sulla fragilità dei legami affettivi". L'avevo capito già sin dall'incipit con Musil del l'"Uomo senza qualità" che finiva male, ma il tempo scorreva e io buttavo giù pagina dopo pagina il rospo della mia fragilità. 

Quindi stamattina alle 7,45 
Cesare entrando su mia richiesta dicendo: 
"scusa ti dovevo svegliare", 
il mio "si grazie", non sembrava averlo convinto 
"scusa. grazie di cuore, sono io che ti ho chiesto di controllare che fossi sveglio"  

Riportato alla realtà, che è ben più misera degli enunciati filosofici. Comunque sia, alle 8 e 10 ero già sul metro, direzione via Savoia, "avanti" dunque.
Le facce della gente e i discorsi da metro sono qualcosa di fantastico: "il pullmann delle 7 e 45 non è mai esistito" diceva al suo vicino ad una signora "Bastano due gocce d'acqua e si va in tilt" per oscuri motivi qualcuno riesce a parlare al telefono anche qui sotto "Si, Mario so io no non so puntuale cioè arrivo, ma che je dico che lo pijamo il tiquet all'operario che quelli de Marzo l'ho finiti,... vababbè ce penso io. see sull'unghia," 
Una donna anziana, molto anziana mi guarda, è minuta, minutissima e le sue gambe da seduta non toccano il pavimento. 
"Scusi giovanotto" (adoro che mi si chiami "giovanotto") Dove devo scendere per andare al policlinico ? 
"Alla fermata Policlinico signora". 
Poi ci ripenso e visto che mi ha parlato le dico stia tranquilla scendo anche io. 
Mezza metropolitana per essere esatti: ma dove vanno tutti questi ?  
Non è domanda da porsi sull'autobus e sulla circolare ma mi esce davanti all'università dove scendo.
Ma perchè no?  
Ogni mattina si alzano da Tivoli e vengono con l'inesistente pullmann delle 7&45, ci sono diecimila forse trentamila persone attorno a me, e circa 20,000 connessioni ad internet. 
L'università pullula di ragazzi ci saranno sessioni di esami immagino, il policlino è una fila di macchine in tripla fila e di gente che entra e esce, se l'avesse visto Dante Alighieri avrebbe descritto l'inferno così.
A destra c'è il Cerved, più avanti le ferrovie, la sotto sotto l'unico posto senza wifi che è il Verano. 
Quasi sessantamila esseri umani solo per cosa vedo da questo incrocio,  diciannove forse venti posti macchina in tutto. Tutta questa gente che fa ? Che cerca ? 
Serenità, un pasto caldo, che finisca sta pioggia, una bella giornata di sole, lavoro, cibo, salute, dati inconfutabili, tutti si scambiano dati cose consigli, esistono e qualcuno lo conosco ma chissà dov'è... 
Beh ho da fare delle cose vado verso l'obiettivo della giornata ma un pensiero mi continua a mordere 


"che fine ha fatto l'autobus delle 7 e 45 ?". 
Se guardo su Cotral on line ? L'unica certezza dei siti istituzionali, per lo meno quelli romani, è che non c'è una notizia leggibile neanche a volerlo. 
Ma ste ventimila connessioni hi fi (solo nel mio campo visivo) cosa vedono sui loro monitorini ? 
Bah meglio pensare al pranzo e a cercare di coprirmi. 
L'ho trovato, anzi lui ha trovato me:
ecco una certezza a Roma c'è, 
il Bangadlesh vendi ombrello.     
    

martedì 26 marzo 2013

Compagni che sbagliano. Ho Ucciso uno Zombie

C'è un che di stabile nel ritorni. Ogni primavera si ripete. 

Ri sbucano fuori dal passato vecchi scheletri e vecchie conoscenze. Gli zombi. In un epoca di revival e di inutili querelle mentre il digitale avanza io rincontro sempre le stesse persone.  Parliamo di Vico e di Cassandra.  E' mai possibile che dopo vent'anni nulla cambi ? Vent'anni di governo della P2 secondo il mio pensiero, ma vent'anni in cui il NULLA e stato il vuoto sistematico, panem et circenses, puttane al potere e sconfitte sistematiche. che tutto si ripeta in un loop infinito ?.

Vent'anni in cui il nostro sistema o almeno il mio si è fermato in un immobilismo inutile quanto dannoso.  
Me ne stavo l'anno scorso in compagnia di Fabio a una manifestazione musicale di RockaBilly.
Un tipo con moschettone regolamentare tatuato e con ciuffo regolamentare stiloso anni 60, ci si avvicina. 
"Non volevo sai erano 10 anni che non passavo da queste parti lo sapevo che poteva succedere etc.etc. sono pentito"... e via così. A momenti lacrima.   
Io e Fabio increduli gli chiediamo di cosa si pentisse e perché con noi. 
Vi conosco fa lui, Giuro che mi sono pentito... per farla breve era uno Skin Heads di Latina e diceva di essersi pentito, temeva che io e Fabio per l'occasione in Anfibi rossi e capelli corti fossimo una avanscoperta della Banda Bassotti o del collettivo anarchico di San lorenzo o che ne so, dei Kriminal Riot.  Gli abbiamo promesso di lasciarlo libero a condizione che offrisse un giro di birra e che non causasse guai, nella nostra zona. garantimmo di non denunciarlo a nessun tribunale politico e lasciato andare via a patto di mantenere fede al suo pentimento. 

Quando se n'è andato Fabio mi guarda lasciandomi un commento 
"m'ha fatto pena".
"Non sai quanto anche a me", è stato punito due volte.
Lasciato da solo dai camerati e libero di tormentarsi in un sistema fallito, tradito dai suoi incubi che lo lasciano con fantasmi attorno e che mai lo libereranno.
   


Sabato sera compare una vecchia conoscenza uno di quelli che quando eravamo ragazzi mi avrebbe picchiato, uno dei compagni che hanno sbagliato.
Lo vedo tardi entra nel bar, mi saluta oramai siamo amici. Che hai ?

"Lo schifo" 
Mi racconta di una festa dov'è stato in stile edonismo becero coatto anni 80 a cui qualche residuo di Bojardo di Stato o costruttore con amante giovane, invitato per sbaglio credo. C'erano solo rampanti venditori di aspirapolvere con Cravatte, figli borghesi senza idee ne mete, qualche ragazzetta carina sotto i venticinque; mi racconta che tra velluti, cocaina e ambiente televisivo di bassa lega, si muoveva il peggio del peggio di quella che si può considerare la borghesia romana. Cioè quella feccia che è il potere a Roma. Radical chic, giornalisti da rotocalco, Opus Dei, Signore rifatte e siliconate in ogni dove, marchettari, coatti, e signorotti della calcestruzzo. L' ambiente. Quel nulla di palazzinari e coatti con denaro frusciante fatto in illegalità e denaro pubblico sciupato, di piani edilizi e case affittate a prezzi enormi, ed anche di case a loro insaputa,  che neanche lo scandalo della Regione o i crack della Parmalat, o qualsiasi cosa di disgustoso vi venga in mente, hanno ancora mostrato nel loro vero viscidume. 

Per anni ci hanno detto che la cultura è in mano alla sinistra e che l'arte veniva gestita dai radical chic, ma ce lo hanno detto "loro" e le veline del ministero degli interni. 
Rideva "Massimo" di questo mondo fatto di nulla e figli del nulla, di un attricetta che vuole scalare il Gotha di uno star system all'Italiana effimero quanto l'ultimo video clip della Tatangelo.
Che c'è da ridere ? che abbiamo combattuto questo e poi si sono trasformati e sono cambiati gli attori ma stanno sempre li.  
Che i compagni che hanno sbagliato siamo noi, - mi dice - ho visto gente gay radicali convertirsi al cattolicesimo, madri vendere le figlie.

Anni fa mi sarei incazzato, ora no ho solo nausea, che senso ha mantenere la fede in questi, chi crede in questa gente lasciargli scalare il potere ed entrare per andare in questi posti ? 
Sono contento di averlo fatto e lo rifarei e mi sento di aver sbagliato, erano e sono maiali, sono solo allegro di vederli così finiti, in fondo io alla fine mi sento bene. Loro no.  
E' diventato un Cid, ma senza rimorsi, ha combattuto per un riconoscimento sociale che non è arrivato mai, inutile quanto deleterio. 
Pero in fondo a tirar giù mulini a vento si è divertito. 
Senti te la fai una birra ?.     
No grazie Forse domani In fondo per quanto strano dopo che mi hai detto queste cose mi sento più leggero. 

Non ci avevo mai pensato in fondo i mostri, gli incubi stanno dentro di noi, qualcuno pensa di cambiare le cose con la forza, si riempie di fede e assoluti la testa e il cuore, invece la sostanza è altra sei quello che ambisci, sei quello che sei, sei tu la società, sei tu che decidi, non serve un camerata o un collettivo per dirti cosa fare, non arrendersi mai, non accettare, combatti perché "tu vali".  


Se ti chiedono di partecipare al banchetto puoi sempre dire No.  
Io sto bene così grazie. Stasera ho ucciso uno Zombie.       
   

venerdì 22 marzo 2013

biscotti “il CON” e il “SENZA” il Poliffo nella sua essenza


Come Ulisse naufrago mi infilo nel cosmo dei biscotti. Qui Nicolò (mio figlio) dichiara chiaramente le sue preferenze, indica questo o quel prodotto, urla di gioia dinnanzi alle confezioni spaziali, da sacco di iuta, spaziali, vagamente art nouveau, da istituzionale del partito fascista, da esposizione universale, da pratica richiudibile, da paese nordico, con burro e cocco, da monumento futurista, coi buchi, da osservatorio astronomico, con ingredienti alquanto poco confacenti, di vero cioccolato, solo di puro grano, Senza?
Senza Che ? Senza zucchero, senza grano, senza burro, senza latte, senza uova, ...ho un tracollo, perché senza ?. 

SE NON TI PIACE NON LO COMPRARE, un biscotto senza farina senza burro, strutto, olio, latte miele e zucchero cioccolata, è drammaticamente Un senza BISCOTTO,. Chiamalo tre cose messe insieme a caso, o un Poliffo, mettilo coi poliffi fai un corridoi dei Senza. È tranquillamente pubblicizzabile sui dépliant, - offerta della settimana – senza tre chili di Poliffi, al prezzo di due, più dieci punti mela, casetta. A me i biscotti piacciono CON , altrimenti mangio una mela. Ma forse la mela è troppo sana ? Meglio il senza ?.




Dateci i con, saturi grassi, colesterolo, ciccia, carne tremula, lo strutto, il miele grumoso pieno di propoli, la puzza delle cose buone, le mano sporche delle “porcherie” come le chiamava mia madre altrimenti nel latte la mattina metteteci la Polenta fredda o il pane vecchio. Ora che posso anzi potrei comprarli, ridatemi la gioia degli occhi dei bambini nel riempire il pane di Nutella e sporcarsi la faccia all'inverosimile, stile cats. A loro i grassi il colesterolo la farina il miele non fanno male, semmai portateli a correre dietro a un pallone. Mio bisnonno fumava sigarette, beveva vino cattivo fatto da lui, grappa, latte di mucca appena bollito, burro su tutto (avendo il latte) mangiava i polli che razzolavano nel Bottino o Stabio, friggeva con lo strutto del maiale, ma purtroppo per i salutisti modaioli è morto di vecchiaia intorno ai 102 anni. Noi moriamo per le cambiali, per lo smog, per lo stress, d'infarto facendo squash lo jogging, lo step,l'aerobica, probabilmente per mucche spongiforme o per le infezioni dei manzi o dei polli dei Cafo, soprattutto per l'alimentazione SENZA. Mica di Pellagra semmai di Tumore. Meglio Senza....

L'ennesimo: ovvero ora capisco Montalban

Non ho nulla contro l'ennesima manifestazione food
ma comincio a rompermi e innervosirmi ogni qual volta accetto un invito. Sarà la crisi ? Sarà il fatto che da solo mangio più frequentemente male di quando ero in famiglia, sarà che ho già dato, ma mi annoia questo parlare in termini entusiasti di cibo.

Ho stima di Ada Boni e del suo Talismano della felicità, adoro almeno una decina di cuochi e cuoche che hanno dedicato alla ospitalità la loro esistenza. Mi sono simpatici molti produttori di vino, e di alcuni vanto, millanto magari amicizia: Ho frequentato l'Associazione Italiana Sommelier (conosco almeno dieci fautori di guide), Il gambero Rosso, Porthos, e la defunta Arci gola. Ho militato in Slow food. 

Ho scritto, letto, digerito, dissertato e commentato di cibo e vino, alla mia maniera. Ho fatto un bagno nei  fiume di parole del food. 
Ho fatto le foto e non una, ma centinaia al cibo .
Ho posto Gastarea nell'olimpo delle muse e mi sono riempito la bocca di elogi a questo o a quel prodotto in via di estinzione. 
Ho negato l'esistenza di Mac Donald's, ho imposto a mio figlio il latte crudo e la coda alla vaccinara, 
Ho sbagliato come tutti. 
Percui non farò la morale a nessuno. 

Eccomi quindi entrare su invito di una deliziosa blogger, a questa manifestazione Sono presenti i soliti 10 gourmet attempati, e decine di giovani curiosi. Nell'ennesimo tempio del gusto : Culinaria.      

Ci accoglie  una folta schiera di produttori, venditori e signori del cibo. Rispetto ad alcune fiere c'è da dire che almeno i cuochi eseguono in diretta piatti meravigliosi e alcuni curiosi (tipo il Pil Pil, a me caro per Pepe Carvalho) qui si può assistere a lezioni di cucina belle ed efficaci. 

Posso dire che questo tempio del gusto oggi è particolarmente spartano e male illuminato ed essendo lunedì non particolarmente pieno.

Vengo attratto dal discorso di un marketer di birra che ha decido di piazzare birre artigianali nei supermercati. Pone la questione come fosse (non un accordo di distribuzione) un passo verso la civiltà. Al pari di una elezione di un negro alla casa bianca, o la morte di un dittatore. 

Rimango basito assaggio comunque le tre birre.  Ovviamente sono al solito straordinarie e uniche nel loro genere. cioè uguali a centinaia di birre artigianali italiane, ma queste le vende lui.    
Mi reco altrove. 

Poco avanti uno che apprezzo la Dol (distribuzione dei prodotti laziali di qualità) loro si,  li conosco, ci  mangiamo un pezzo di formaggio, poi prometto di andare a trovarli.   

Scusate la foto gialla l'ho detto che la luce era letteralmente indecente. 

Passiamo oltre olio. una signora rappresenta un consorsio di olii di oliva laziali ottimi. Ottimi perchè ? Perchè la guida li ha premiati. ah ecco, si specifica la gentile signora sono veri fatti bene e senza trucchi. Dimentichiamo che il trucco c'è e non si dice, che per vincere devono essere facilmente riconoscibili con punte assurde di piccante erba mandorla etc.etc., sarebbero da bere più che da mettere sul pane... ma la signora fa il suo mestiere è gentilissima e cortesemente mi spiega che andando in produzione il costo è di circa 30 euro al chilo (pardon "ma non si usa più" mi dice) no ? perchè ? sa è più pratico il litro. a bene allora siamo a 35 euro al chilo faccio io, beh si ammette lei.
Metto anche questa nuova informazione in tasca e vado avanti . 



"ora vorrei mangiare"... mi dice la mia amica 
si pare una buona idea. idee guarda c'è lo street food. Azz fantastico mi immaginavo già la panella o il mitico carciofo alla giudia :) non vedo l'ora 
Che c'è da mangiare ? . La mia amica torna con un centocellino Hamburger e in alternativa un doner Kabab tedesco/turco (guarda che il kebab è lo spiedino) no, no è proprio questo. C'è anche panino e mortazza, pizza e mortadella, fiuuu avevo temuto il peggio. 

i ragazzi dell'hamburger vincono in simpatia percui mi mangio un hamburger. 

Che fatica essere normali de sti tempi, però alla fine, non ho niente da dire. 

Meno male che una gentile signora piemontese mi ha dato un pezzetto di carne cruda ... altrimenti mi toccava farmi un Poliffo per cena.