venerdì 15 febbraio 2013

La prima sorsata di birra

E' l'unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un abbondanza sprecata. L'ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire una parvenza di potere... 
Ma,  la prima sorsata ! 
Comincia ben prima di averla inghiottita. 

Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato una beatitudine velata di amarezza.

Come sembra lunga, la prima sorsata.

La beviamo subito, con avidità falsamente istintiva. Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, né troppa ne troppa poca che è l'avvio ideale; il benessere immediato sottolineato da un sospiro uno schioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente; la sensazione ingannevole di un piacere che sboccia all'infinito...intanto, già lo sappiamo. Abbiamo preso il meglio. Riappoggiamo il bicchiere, lo allontaniamo un po' sul sottobicchiere di materiale assorbente. 

Assaporiamo il colore, finto miele, sole freddo,. Con tutto un rituale di circospezione e di attesa, vorremmo dominare il miracolo appena avvenuto e già svanito. Ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più. Ci piacerebbe conservare il segreto dell'oro puro racchiuderlo in formule. Invece davanti al tavolino bianco chiazzato dal sole, l' alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempre più birra con sempre meno gioia.
È un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata ... 

Philippe Delerm 
letto da Giampaolo Gravina 
al bar del Fico  Roma 2012 

Non è la prima volta che la leggo o che la faccio leggere... ci sono incontri amicizie che ti segnano e che ti riportano indietro nel tempo. 
Ivano Urban è il decano degli osti romani, barman atipico unico nel suo genere, ha un mare di storie da raccontare e di ospiti ne ha avuti veramente tanti. Nel corso degli ultimi vent'anni la Roma di Tor Millina e di Piazza del Fico è cambiata. Nella stessa piazza si è passati dalle fraschette con le famiglie del rione, ai locali al "Locale" dell'onda Romana, la Vetrina il Johnatan Angel's, oggi ci sono le pizzerie in serie, da un luogo di scambi illeciti si è arrivati al triangolo del prosecco. Le facce sono molto cambiate in vent'anni. Ma Ivano è rimasto lo stesso.  
Giampaolo Gravina è uno dei più raffinati palati romani, degustatore professionista, cura la guida del lazio e lavora con l'Espresso. E' stato oste prima all'Arancia Blu, e poi da UnoeVino, lo conosco dal '92, mi iscrisse all'Arci Gola ed è anche colpa sua se sono così.  

"Osteria Del santo Bevitore",  è invece un progetto ambizioso, un viaggio in Italia con vista dal basso che nasce sull'onda dell' emozione di un lutto: Gianni (Brufa ?) a Perugia. La mattina del 8 di agosto ha spento le luci del locale che aveva in Piazza dei Priori e ci ha lasciati da soli senza motivo alcuno. Mi sono così ricordato di quante volte avrei voluto raccontare di certi incontri e di certe situazioni prima che queste sparissero, che il tempo la velocità e i negozi di mutande e casalinghi cinesi cancellano con la velocità della modernità  e ce li togliessero anche dalla memoria. Così spulciando tra libri e appunti di viaggio mi sono ricordato che di mestiere facevo documentari e che queste sono storie da raccontare, come personaggi, leggermente  migliori di me hanno già fatto e sicuramente  in precedenza: Soldati, Piovene, Pasolini, Ivens. Un mondo con vista dal basso dove davanti ad una tavola o ad un bancone del bar, o meglio dietro ad un bancone, su di un banco di attrezzerie c'è un mondo da raccontare. Gli osti, gli artigiani, gli artisti, sono il nostro mezzo, i migliori psicologi che si possa incontrare. Intanto sono economici con dieci euro, alle volte venti puoi passare la serata al banco, li troverai chi ti racconta o ti ascolta. ma com'è la vista da dietro il banco la vita con mille facce ?. 
Il documentario è questo lasciare tracce, raccontare e farsi raccontare storie.   

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