martedì 5 febbraio 2013

Non bucatini, mangio volentieri carboidrati

All'interno del supermercato il comparto che preferisco è quello della pasta e dello scatolame: è matriarcale, avvolgente, stranamente non ci trovo mai nessuno. La pasta per un italiano in genere è una certezza è il massimo della tranquillità. C'è una teoria fantastica inventata da uno studente di fisica dell'Arkansas, Bobby Henderson, il quale sostiene che l'universo sia stato generato dalla volontà di un mostro volante costituito da un nucleo di polpette al sugo e spaghetti. Anche se sembra uno scherzo di buonissimo gusto – è il primo Dio commestibile -, il loro sito internet (venganza.org) gode di migliaia di adepti i Pastafari, sono dei pirati che adorano la pasta, la birra e il topless. Indipendentemente dalle stravaganti religioni americane la pasta gode di innumerevoli vantaggi: innanzitutto costa poco, è straordinariamente duttile, buona semplice da preparare, offre migliaia di combinazioni possibili. Anche lo studio inglese di questa settimana trasmesso a reti unificate segnala questo mese “la dieta mediterranea, a base di pasta, verdure e olio d'oliva ” sembra faccia bene alla salute. Testuale “i carboidrati sono necessari ad una dieta sana soprattutto se ricca di fenoli ” “Carboidrati ? “
Se la mettono su questo piano io la metto così : dicessero anche che la pasta crea tossicofilia e trasforma chi se ne nutre in rane pescatrici, la mangerei comunque, qualunque cosa ne dicano le università inglesi. Mangio pasta almeno quattro se non cinque volte alla settimana. Anche se non so cosa siano i carboidrati.
Quando non so cosa cucinare, perché il frigo è vuoto come la testa di un partecipante al “Grande Fratello”: l'immancabile alice sottolio del 52, il formaggio verde che non è un gorgonzola, la cipolla germogliata, una lattina di acqua tonica da offrire in alternativa al chinotto, due casse di vino bianco, erbe e odori mosci e cupi, posso comunque inventare o rimediare una pasta. Impossibile farne a meno, ci vuole meno che a uscire a prendere una pizza da asporto. Tre volte se non quattro, alcuni sei volte alla settimana per 52 per ogni anno della vostra vita. Avrete mangiato continenti di grano, interi silos digeriti e insaporiti con centinaia di varianti.
Se voleste calcolare quante volte avete mangiato gli spaghetti alla carbonara allora fate così, potete provarlo anche coi vostri amici :

formati di pasta conosciuti = n (da 0 a 100)
tipi di sughi da voi conosciuti = x
media dei pasti a base pastasciutta settimanali = y
anni della vostra vita (anno in corso - anno di nascita ) = @
e quindi calcolate

Carbonara = @ * 52 * y / n * x

se proprio siete dei sofisticati e ritenete questa formula insufficiente, allora potete applicare la media ponderata laddove se sino a 10 anni vi è stato imposto solo sugo di pomodoro e una volta a settimana le polpette o il castrato. Se ricordate che la pasta con la mollica o la salama da sugo ovvero l'nduja vi è stata imposta nelle occasioni particolari si sviluppa questa formula alternativa :

Carbonara ! = (@ - 10 * (52 * Y)) ² / ( n * y – 1) ²

potete ovviamente eliminare i decimali.

A chi sostiene che la pasta è banale, rammentatagli che la pasta al ragout (ragù in bianco con carne a pezzi) era presente nei menù di George Auguste Escoffier che la servì a sua maestà imperiale Francesco Giuseppe, e che il più noto timballo della storia è servito da Ceréme il cuoco di Taillerand (maccheroni, carne, formaggi e tartufo bianco) durante la conferenza di Vienna, a tutto vantaggio della grandeur francese. La cucina è chimica, matematica, metodo, cultura, gusto, civiltà. 
Il gusto si impara la pazienza si impone, la matematica esiste e non c'è niente da fare. La civiltà è il risultato. Così li mangio volentieri i carboidrati. 

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