
Comunque
stiano le cose io a Pola ci ho sempre passato le vacanze estive. Ho
la casa dei nonni, tra noi parlavamo italiano, slavo e un misto di
istro-veneto, il polesano forse. Ricordo le nenie istriane nelle
osterie, e le filastrochhe in veneto. “Se il mare fosse un tocjio ”
mi ricorda l'infanzia. Ma
ha un significato solo per me, se dico “Giuliano” pochi
comprendono. Imparai
il serbo-croato (oggi una lingua morta) per gli amici quando non
bastava l'italiano e l'inglese. Poi dal 1990 al 1994 la Marina
Militare Italiana e l'esercito Croato mi sconsigliarono l'espatrio,
causa guerra jugoslava.
Mentre
nello stesso periodo un mio cugino Silvio Ante o Antich guadagnava
suo malgrado una medaglia sui monti vicino a Plitvice, dice lui,
sparando a un cinghiale.
Tornato
nel 1996 nella casa che era stata dei miei nonni, che all'ingresso
conserva la scritta leggibile sotto una volontariamente sbiadita
aquila bi fronte l'anno di costruzione “1904”, Invito degli amici,
e do l'indirizzo “Beogradska Ulica 55”. Non mi trovano, se non
dopo un paio d'ore e al terzo giro dell'Arena.
I
due esasperati incontrano un anziano signore che parla italiano e
capiscono che nella nazionalista Croazia “Beogradska” ha fatto il
suo tempo. Il gentile vecchietto spiega : “sè drio San Francèsco
in zima al colle San Martin la incrociava via mazzini, ma ora la
scrivi Vukovarscka e la finisce sulla Sklola Tesla”.
Gli
amici nel raccontarlo ridevano, del vecchio, della sua strana lingua
e della stramba toponomastica... io meno.
Per
qualche strano motivo me li sono spesso trovati colleghi, più spesso
amici e dopo anni di frequentazione ho scoperto conoscevano l'esodo,
poco o niente. Ci accomunava una
sensazione
di smarrimento, di fastidio ogni qual volta si rimette piedi di là.
Una sensazione di non sapere in che punto si è , chi si è. Con gli
anni le esperienze ti cambiano e le sensazioni si affievoliscono, si
tende a pensare ad altro, a cose più importanti.
Recandomi
al piccolo cimitero della Marina di Stoja a Pola, dove allineate in
un ordine militare e per data di decesso, si susseguono per Fato. La
stanno sepolti i marinai caduti in tre guerre. Mussulmani, cristiani
cattolici e ortodossi, ebrei, ricordati da epigrafi con caratteri
latini, gotici e cirillici, anche i cognomi sono mischiati, diversi
anche nella stessa famiglia. Arrivato alla vuota tomba di Nazzario
Sauro, mi è tornato in mente il racconto di Montanelli, del suo
gemere, disparato nel vedere portare via addirittura i morti dal
cimitero. Nazionalismi, fedi religiose, idee politiche, fanatismi
hanno inutilmente martoriato queste terre. Dopo anni ho pensato che
non ci fosse un reale colpevole o chi accusare, fascisti titini o
altro. Avidità, supremazia e orgoglio nazionale una voglia di
appropriarsi del mondo. Ai miei nonni sofferenti perchè non
capivano, in quanto non c'era nulla da capire, a quanti hanno visto
togliersi l'identità, la casa e il loro legame con la loro terra, a
quelli che ancora oggi emigrano e stavolta il nemico è la
disoccupazione, a loro pensavo a queste genti e ad altre uguali
ovunque, così non mi sono sentito più solo, purtroppo.