martedì 22 maggio 2012

La qualità...

Qualità. 
Ho lavorato per anni nella speranza di avere una espressione qualitativa  oggettiva delle cose che facevo. Mi è stata contestata la forma, altre   l'estetica,  per fortuna mai il contenuto. Ho lavorato per una decina di anni nella distribuzione e poi nella produzione dei media  producendo documentari e serie televisive. L'impegno profuso, non è stato quasi mai premiato ne dagli ascolti, ne in termini economici.  Solo una volta un documentario ha superato le medie del canale, e di circa una quindicina di opere solo sette otto rimangono segnalate dai cataloghi internazionali. Si è sempre verificato un contrasto tra ciò che consideravamo la qualità e ciò che invece veniva percepito o realizzato. La questione ad un certo punto si è rilevata complessa e autopunitiva, non ottenendo altri contratti ho pensato che i miei lavori fossero di bassa qualità e quindi non interessanti. fino a quando mi sono stancato di cercare e mi sono fermato del tutto. Ora, da circa tre mesi ho ricominciato la ricerca della Mia qualità che non è quella del pubblico o quella sopratutto dei commission editor ne quella dei premi ma è quella dell'essere, del produrre al massimo delle proprie capacità, qualsiasi cosa. Cioè dell'essere in grado di appartenere a questa parte del mondo che tiene a mente sempre ciò che fa. A questo punto la qualità è intesa come quella di Pirsig: "La qualità... sappiamo cos'è eppure non lo sappiamo. Questo è contraddittorio.Alcune cose sono meglio di altre cioè hanno più qualità. Ma quando provi a dire in che cosa consiste la qualità astraendo dalle cose che la posseggono, paff, le parole ti sfuggono di mano. Ma se nessuno sa cos'è, ai fini pratici non esiste per niente. Invece esiste eccome. Ovviamente alcune sono meglio di altre... ma in cosa consiste il «meglio»?..." eppoi "Qualsiasi sforzo abbia come obiettivo finale l'auto glorificazione è destinato a concludersi in un disastro" .e sopratutto: 
"Qualsiasi lavoro tu faccia, se trasformi in arte ciò che stai facendo, con ogni probabilità scoprirai di essere divenuto per gli altri una persona interessante e non un oggetto. Questo perché le tue decisioni, fatte tenendo conto della Qualità, cambiano anche te. Meglio: non solo cambiano anche te e il lavoro, ma cambiano anche gli altri, perché la Qualità è come un'onda. Quel lavoro di Qualità che pensavi nessuno avrebbe notato viene notato eccome, e chi lo vede si sente un pochino meglio: probabilmente trasferirà negli altri questa sua sensazione e in questo modo la Qualità continuerà a diffondersi.
Fare del proprio meglio é dare il massimo, concentrarsi e produrre cose interessanti col cuore e la mente aperti, all'esperienza.  L'osservazione è questa per fare bene e con qualità cosa serve ? Servono: denaro, tempo, capacità e conoscenza. Se ne hai una normalmente non hai le altre.  Unendo questi quattro fattori si riesce ad avere la qualità ? poi che farci ? Niente assolutamente niente. La qualità serve soltanto a mettersi alla prova, dimostrarsi di essere vivi e partecipi, il giudizio degli altri è la conseguenza del proprio sforzo verso la qualità. Non è un obiettivo il giudizio, è la conseguenza della volontà di ottenere il proprio massimo. 
Il fine della qualità è il miglioramento personale.  L'effetto, è commisurato ai propri sforzi, e alle proprie capacità.  Questo è ciò che credo sia il modo di fare la qualità dare la parte migliore di se in qualsiasi cosa si fa. .       

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