Non
sono abituato ai grandi alberghi tanto meno Roma, dove vivo e salvo degustazioni non
ho motivo di andare. Ma nella mia reserche del risotto ho l'occasione
di un incontro con uno chef milanese non posso mancare.
Il
risotto per un Milanese è il re dei Re della cucina quindi il
“Risotto” tra virgolette, mai un Milanese dirà un “risotto
alla Milanese”, sarà semplicemente “il Risotto”. Gli chiederò
a bruciapelo la ricetta esatta. La Sua, tra le mille ricette e
versioni, che variano credo anche tra quartiere e quartiere di
Milano.
Ma è
noto che i cuochi sono dispettosi e amano più le sfide che la
prassi. Questo in particolare.
Procediamo
con ordine. Con un gruppo di allegri buontemponi mi preparo ad
incontrare nel suo nuovo tempio di Roma Umberto Vezzoli, bergamasco
classe 1960 ma Milanese di adozione lo Chef executive del Boscolo.
Lo
incontro a Roma nell'albergo di piazza Esedra (per i non romani
piazza della repubblica). Come molti sanno è difficile che lo chef
sia presente in cucina o prepari realmente un piatto in prima
persona, sono rarità per quelli che fanno per i redattori delle
guide come la Michelin, e io non sono tra questi, o per regnanti o
simili, idem. Invece Lo chef ci accoglie di persona, siamo solo in
dodici. Una setta ? E sorpresa delle sorprese cucina lui davanti a
noi con un comis che impiatta. Quattro fuochi a induzione. Un brodo
già fatto e gli ospiti seduti su sgabelli davanti a lui (“molto
giapponese- penso”)
Giotta
occasione con lo chef a un metro che beve e mangia con noi.
Perfetta
occasione per la domanda delle domande
Io:
“Vezzoli cortesemente cosa ne pensa del risotto ?”.
V.
: “lo adoro è un piatto a cui sono più legato, dai ricordi più
teneri”
Io:
un mio amico Milanese sostiene che è anche la cosa che all'estero
non sanno imitare ”
V.:
“io ho lavorato sia in Francia, e anche in giappone, ho scoperto
che hanno una profonda stima per la cucina italiana. Io poi tra
Bergamo e Milano ovviamente sono molto attento al risotto, no, non
credo che all'estero ci siano chef che ne comprendano le radici.
Probabilmente il tuo amico aveva ragione.
Io:
Quindi posso sperare di avere una versione del risotto alla milanese
?,
V:
No, non è una questione in cui voglio entrare. Non sarebbe cortese
per gli ospiti farò invece un riso in onore della romanità risotto
alla Carbonara.
Fare
la carbonara bene è tosta (difficile) per un romano, lasciate
perdere quello che raccontano. Farla veramente bene: cioè cremosa
fluida con una mantecatura adatta pretende una mano ed un occhio
serio, figuratevi il risotto. Fare un risotto alla stessa maniera
senza stracciare l'uovo è praticamente una missione impossibile ma
tant'è Umberto Vezzoli c'è l'ha fatta, ed era superba.
Se
volete cimentarvi vi do ora la ricetta mi raccomando che abbiate
fatto pratica prima con i risotti in genere ed con lo spaghetto
prima di servirla agli amici. È fondamentale. Finite la cottura
della pasta con l'acqua come se fosse un risotto abituatevi a
mantenere l'acqua di cottura da parte e mantecate il formaggio e
l'uovo per la carbonara in maniera assolutamente perfetta.
Per il
risotto, questo in particolare mi raccomando state attenti a tre
cose.
La
pentola deve avere un fondo molto spesso e il manico deve pesare
quanto la padella al fine che non si sbilanci mai. Il brodo deve
essere sempre molto caldo, quindi mantenetelo sul fuoco fino alla
fine.
Il
guanciale o barbozzo deve essere il più possibile rosa e non avere
tracce di muffe o rancido. Che le uova siano fresche e il pecorino
abbondante.
Ricordatevi
che rispetto alla pasta il sale qui è dato dalla pancetta dal brodo
e dal pecorino quindi non sono necessarie aggiunte. L'aglio o il
peperoncino in alcuni casi sono anche sopra il guanciale e sono
ammessi quindi state attenti.
Dosi
per persona
60 gr.
Di pancetta o barbozzo a persona.
1
rosso e ½ Albume
un
cucchiaio circa 20gr di olio d'oliva.
40/50
gr di formaggio Pecorino Romano grattugiato molto finemente.
Pepe a
piacere
Preparazione
Filettare
la pancetta /guanciale (quello che avete) inseritela nella padella
quando l' olio è ben caldo (intorno agli 80 gradi).
Fermate
la cottura, togliete la pancetta,
inserite
nella stessa padella il riso e tostatelo fino a quando cambia colore
circa 3/5 minuti,
iniziate
a inserire il brodo lentamente cuocete a saltate per 10/12 minuti.
A
parte
sbattete
le uova un rosso per pers. e un albume ogni due,
dando
volume con il formaggio e il pepe.
Quindi
avete tre ciotole il formaggio. L'uovo sbattuto. La pancetta
Quando
il riso è al dente inserite la pancetta il formaggio e un ultima
mestolata di brodo tirate il liquido, spegnete la fiamma e calate
l'uovo
girate
o saltate come forsennati mantenendo sempre l'onda a costo di
aggiungere brodo (a Vezzoli non è servito).
Impiattate
e servite su piatti bollenti
se
l'avete fatta bene una fetta di pancetta fritta come guarnizione.
Se
l'avete sbagliata la prima volta non demordete è veramente un piatto
difficile. Ci sarà un motivo perchè Lui ha la stella Michelin. E
noi,no ?
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