E' cominciata male stamattina.
Una notte insonne, con la mia personale Reserche del non so cosa, rovinata da Bauman e dalla suo "Amore liquido sulla fragilità dei legami affettivi". L'avevo capito già sin dall'incipit con Musil del l'"Uomo senza qualità" che finiva male, ma il tempo scorreva e io buttavo giù pagina dopo pagina il rospo della mia fragilità.
Quindi stamattina alle 7,45
Cesare entrando su mia richiesta dicendo:
"scusa ti dovevo svegliare",
il mio "si grazie", non sembrava averlo convinto
"scusa. grazie di cuore, sono io che ti ho chiesto di controllare che fossi sveglio"
Riportato alla realtà, che è ben più misera degli enunciati filosofici. Comunque sia, alle 8 e 10 ero già sul metro, direzione via Savoia, "avanti" dunque.
Le facce della gente e i discorsi da metro sono qualcosa di fantastico: "il pullmann delle 7 e 45 non è mai esistito" diceva al suo vicino ad una signora "Bastano due gocce d'acqua e si va in tilt" per oscuri motivi qualcuno riesce a parlare al telefono anche qui sotto "Si, Mario so io no non so puntuale cioè arrivo, ma che je dico che lo pijamo il tiquet all'operario che quelli de Marzo l'ho finiti,... vababbè ce penso io. see sull'unghia,"
Una donna anziana, molto anziana mi guarda, è minuta, minutissima e le sue gambe da seduta non toccano il pavimento.
"Scusi giovanotto" (adoro che mi si chiami "giovanotto") Dove devo scendere per andare al policlinico ?
"Alla fermata Policlinico signora".
Poi ci ripenso e visto che mi ha parlato le dico stia tranquilla scendo anche io.
Mezza metropolitana per essere esatti: ma dove vanno tutti questi ?
Non è domanda da porsi sull'autobus e sulla circolare ma mi esce davanti all'università dove scendo.
Ma perchè no?
Ogni mattina si alzano da Tivoli e vengono con l'inesistente pullmann delle 7&45, ci sono diecimila forse trentamila persone attorno a me, e circa 20,000 connessioni ad internet.
L'università pullula di ragazzi ci saranno sessioni di esami immagino, il policlino è una fila di macchine in tripla fila e di gente che entra e esce, se l'avesse visto Dante Alighieri avrebbe descritto l'inferno così.
A destra c'è il Cerved, più avanti le ferrovie, la sotto sotto l'unico posto senza wifi che è il Verano.
Quasi sessantamila esseri umani solo per cosa vedo da questo incrocio, diciannove forse venti posti macchina in tutto. Tutta questa gente che fa ? Che cerca ?
Serenità, un pasto caldo, che finisca sta pioggia, una bella giornata di sole, lavoro, cibo, salute, dati inconfutabili, tutti si scambiano dati cose consigli, esistono e qualcuno lo conosco ma chissà dov'è...
Beh ho da fare delle cose vado verso l'obiettivo della giornata ma un pensiero mi continua a mordere
"che fine ha fatto l'autobus delle 7 e 45 ?".
Se guardo su Cotral on line ? L'unica certezza dei siti istituzionali, per lo meno quelli romani, è che non c'è una notizia leggibile neanche a volerlo.
Ma ste ventimila connessioni hi fi (solo nel mio campo visivo) cosa vedono sui loro monitorini ?
Bah meglio pensare al pranzo e a cercare di coprirmi.
L'ho trovato, anzi lui ha trovato me:
ecco una certezza a Roma c'è,
il Bangadlesh vendi ombrello.
Una notte insonne, con la mia personale Reserche del non so cosa, rovinata da Bauman e dalla suo "Amore liquido sulla fragilità dei legami affettivi". L'avevo capito già sin dall'incipit con Musil del l'"Uomo senza qualità" che finiva male, ma il tempo scorreva e io buttavo giù pagina dopo pagina il rospo della mia fragilità.
Quindi stamattina alle 7,45
Cesare entrando su mia richiesta dicendo:
"scusa ti dovevo svegliare",
il mio "si grazie", non sembrava averlo convinto
"scusa. grazie di cuore, sono io che ti ho chiesto di controllare che fossi sveglio"
Riportato alla realtà, che è ben più misera degli enunciati filosofici. Comunque sia, alle 8 e 10 ero già sul metro, direzione via Savoia, "avanti" dunque.
Le facce della gente e i discorsi da metro sono qualcosa di fantastico: "il pullmann delle 7 e 45 non è mai esistito" diceva al suo vicino ad una signora "Bastano due gocce d'acqua e si va in tilt" per oscuri motivi qualcuno riesce a parlare al telefono anche qui sotto "Si, Mario so io no non so puntuale cioè arrivo, ma che je dico che lo pijamo il tiquet all'operario che quelli de Marzo l'ho finiti,... vababbè ce penso io. see sull'unghia,"
Una donna anziana, molto anziana mi guarda, è minuta, minutissima e le sue gambe da seduta non toccano il pavimento.
"Scusi giovanotto" (adoro che mi si chiami "giovanotto") Dove devo scendere per andare al policlinico ?
"Alla fermata Policlinico signora".
Poi ci ripenso e visto che mi ha parlato le dico stia tranquilla scendo anche io.
Mezza metropolitana per essere esatti: ma dove vanno tutti questi ?
Non è domanda da porsi sull'autobus e sulla circolare ma mi esce davanti all'università dove scendo.
Ma perchè no?
Ogni mattina si alzano da Tivoli e vengono con l'inesistente pullmann delle 7&45, ci sono diecimila forse trentamila persone attorno a me, e circa 20,000 connessioni ad internet.
L'università pullula di ragazzi ci saranno sessioni di esami immagino, il policlino è una fila di macchine in tripla fila e di gente che entra e esce, se l'avesse visto Dante Alighieri avrebbe descritto l'inferno così.
A destra c'è il Cerved, più avanti le ferrovie, la sotto sotto l'unico posto senza wifi che è il Verano.
Quasi sessantamila esseri umani solo per cosa vedo da questo incrocio, diciannove forse venti posti macchina in tutto. Tutta questa gente che fa ? Che cerca ?
Serenità, un pasto caldo, che finisca sta pioggia, una bella giornata di sole, lavoro, cibo, salute, dati inconfutabili, tutti si scambiano dati cose consigli, esistono e qualcuno lo conosco ma chissà dov'è...
Beh ho da fare delle cose vado verso l'obiettivo della giornata ma un pensiero mi continua a mordere
"che fine ha fatto l'autobus delle 7 e 45 ?".
Se guardo su Cotral on line ? L'unica certezza dei siti istituzionali, per lo meno quelli romani, è che non c'è una notizia leggibile neanche a volerlo.
Ma ste ventimila connessioni hi fi (solo nel mio campo visivo) cosa vedono sui loro monitorini ?
Bah meglio pensare al pranzo e a cercare di coprirmi.
L'ho trovato, anzi lui ha trovato me:
ecco una certezza a Roma c'è,
il Bangadlesh vendi ombrello.
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